ANTIGONE

Ad un secolo dalla nascita di Jean Anouilh, celebre scrittore, regista e drammaturgo francese, torna in scena il suo lavoro più celebre e discusso, Antigone.

Secondo la definizione di Holderlin, l’Antigone è la natura stessa del Tragico. Infatti l’insanabile conflitto tra la legge non scritta (oikos), che muove Antigone per la sepoltura del fratello, e la legge dello stato (polìs) emanata da Creonte, creano una tensione insostenibile per tutta la durata della rappresentazione, vissuta in uno spazio atemporale dove si svelano tutte le sfumature psicologiche ed emotive suggerite dall’autore.

Antigone e Creonte sono le due facce della stessa medaglia che si riflettono continuamente, alimentando il conflitto come in un gioco di specchi: conflitto tra giovinezza e vecchiaia, tra maschile e femminile, tra la sfera dell’intimità privata e la sua profanazione pubblica. “Antigone” ci appartiene profondamente come essere umani, perché tragedia del dubbio e dell’inquietudine, conflitto violento tra le leggi del cuore e l’osservanza delle regole, linea di confine dove l’ideale giovanile si confronta con l’acquisita responsabilità dell’età matura.

 

L'Autore è rappresentato dall'Agenzia MCR, Marie Cécie Renauld di Parigi e, per l'Italia, i diritti della presente Opera sono tutelati dall'Agenzia Danesi Tolnay di Roma.