Teatro Mancinelli Orvieto

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Comunicato del 14 gennaio 2014

BALKAN BURGER: la dissoluzione bosniaca nel racconto di Stefano Massini

Nel monologo di Luisa Cattaneo il dramma di una bambina e delle sue continue “resurrezioni”




Al Teatro Mancinelli di Orvieto secondo appuntamento di VISIONI DI FUTURO, rassegna di teatro contemporaneo dove trovano spazio giovani autori, registi e attori alle prese con innovativi linguaggi teatrali rivolti alle nuove generazioni.

In scena giovedì 16 gennaio alle ore 21
BALKAN BURGER è la storia di Razna che visse due volte, del Teatro delle Donne /Centro Nazionale di Drammaturgia.

Replicato nei maggiori teatri italiani per tre stagioni consecutive, il monologo di Stefano Massini - una delle voci più importanti fra i nuovi autori del teatro italiano, vincitore del Premio Ubu Speciale 2013 - è affidato all’interpretazione di Luisa Cattaneo, talentuosa attrice fiorentina già protagonista di alcuni dei suoi testi più noti (La gabbia, Donna non rieducabile, Frankenstein, L’Italia s’è desta). Sul palco con lei, in questa affascinante cavalcata fra ironia e dramma, è il noto musicista Enrico Fink, qui autore di una vera e propria drammaturgia musicale sospesa fra kletzmer e Bregovic.

Sullo sfondo di una Bosnia straordinariamente complessa, in un miscuglio ricchissimo e assortito di religioni, alfabeti e modi di vivere, nel periodo in cui l’ex-Jugoslavia era sede di inesauribili scontri etnici e culturali, Balkan Burger è una storia on the road, con tutto il gusto del viaggio, della fuga, dell’andare non per turismo ma per salvare la pelle; storie zingare, di frontiere da valicare, di giorni da conquistare, di vita da estorcere al destino. Massini racconta la dissoluzione dei Balcani attraverso la storia di una ragazza che cambia nome e religione ogni volta per salvarsi, ingannando il fato e la stupidità degli uomini. E’ un racconto di resurrezioni continue, un inno alla vita che, nonostante tutto, sopravvive e tenace non molla la presa, stringe i denti, va avanti. Razna nasce ebrea, ma quando i suoi parenti sono deportati in un campo di concentramento diviene cristiana-croata, per amore poi passerà ad essere serba-ortodossa, nel rifugio finale sarà musulmana. In questo resoconto drammatico di una nazione implosa, visto con gli occhi di una bambina ingenua, Razna è sempre con il sorriso sulle labbra, perché la vita è più forte di tutto.

Lo spettacolo prevede la sistemazione del pubblico sul palcoscenico.