Teatro Mancinelli Orvieto

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Stagione Teatrale 2013 - 2014 programma

CONDIVISIONI

 

Domenica 6 ottobre ore 17

O.T.Li.S. ORCHESTRA DEL TEATRO LIRICO SPERIMENTALE DI SPOLETO

CORO E CORO DI VOCI BIANCHE DEL TEATRO LIRICO SPERIMENTALE DI SPOLETO

TOSCA

di Giacomo Puccini

su libretto di Giuseppe Giacosa e Luigi Illica

direttore Carlo Palleschi

scene Nicola Benois

regia Lucio Gabriele Dolcini

 

Con il programma della Stagione Lirica Regionale 2013, il Teatro Lirico Sperimentale di Spoleto “A. Belli” si conferma, oltre che palcoscenico privilegiato per il debutto di giovani cantanti lirici di talento, importante laboratorio culturale nel panorama nazionale del teatro musicale. Attingendo ai titoli del repertorio più conosciuto, per la Stagione 2013 il Lirico di Spoleto presenta Tosca nelle maggiori città dell’Umbria, tra cui Orvieto.

 

Tosca è forse l'opera con la trama più movimentata dal punto di vista drammatico, dove la tragedia è mossa da passioni intense, a tratti violente: passioni amorose, passioni politiche, passioni erotiche. Da autore morbosamente passionale quale era, Puccini ha trovato, in un simile materiale drammatico, uno stimolo straordinario affinché la sua potente vena creativa facesse scaturire una composizione musicale ricca di contrasti, articolata e molto intensa dal punto di vista emotivo. In questo modo il musicista è riuscito ad esaltare in maniera formidabile le potenzialità espressive del testo e a donare al carattere di ogni personaggio un profilo interiore tratteggiato con la sottigliezza che soltanto la musica, che diventa parola scenica, può rendere in maniera così profonda.

 

 

Sabato 19 ottobre ore 21     Domenica 20 ottobre ore 17

LA COMPAGNIA DI TEATRO DI LUCA DE FILIPPO         

LA GRANDE MAGIA

di Eduardo De Filippo
con Luca De Filippo, Massimo De Matteo, Nicola Di Pinto, Carolina Rosi

e Paola Fulciniti, Alessandra D’Ambrosio, Carmen Annibale, Lydia Giordano, Antonio D’Avino, Daniele Marino, Gianni Cannavacciuolo, Giulia Pica, Giovanni Allocca

scene e costumi Raimonda Gaetani

luci Stefano Stacchini

consulenza magica Bustric

regia Luca De Filippo

produzione Teatro Stabile dell’Umbria/Elledieffe

Affiancato da un cast d’eccezione, Luca De Filippo torna al Mancinelli con uno dei testi più originali di Eduardo. Il tema sostanziale della commedia è il rapporto tra realtà, vita e illusione. Il Professor Otto Marvuglia fa “sparire”, durante uno spettacolo di magia, la moglie di Calogero Di Spelta per consentirle di fuggire con l’amante e fa poi credere al marito che potrà ritrovarla solo se aprirà, con totale fiducia nella fedeltà di lei, la scatola in cui sostiene sia rinchiusa. Alla fine la donna ritorna pentita, ma il marito si rifiuta di riconoscerla, preferendo restare ancorato all’illusione di una moglie fedele custodita nell’inseparabile scatola.

Continuando il lavoro di approfondimento sulla drammaturgia di Eduardo del primo dopoguerra, la Compagnia di Teatro di Luca De Filippo propone una commedia tra le meno rappresentate del grande drammaturgo napoletano, messa in scena solo dalla stesso Eduardo con la sua compagnia e poi da Giorgio Strehler con il Piccolo Teatro di Milano dal 1985 in poi. A chi gli chiedeva cosa aveva voluto dire con La Grande Magia, Eduardo rispondeva che aveva voluto significare che “la vita è un gioco, e questo gioco ha bisogno di essere sorretto dall’illusione, la quale a sua volta deve essere alimentata dalla fede....Ogni destino è legato ad altri destini in un gran gioco eterno del quale non ci è dato scorgere se non particolari irrilevanti”.

 

Lo spettacolo sarà anticipato da GUSTOSO A TEATRO, buffet al Foyer (ore 20) a cura del Palazzo del Gusto. Info su www.teatromancinelli.com

 

 

Rassegna VISIONI DI FUTURO

Teatro del Carmine

Domenica 27 ottobre ore 18

CASHMERE W A

di Leonardo Staglianò

con Stefania Barca, Anna Favella, Alessandro Federico, Massimiliano Franciosa, Massimiliano Iacolucci, Tiziano Panici

scene Tiziano Fario

costumi Valentina Zucchet

interventi visuali Andrea Giansanti

regia Maurizio Panici

produzione ArTè - Centro Diego Fabbri di Forlì

 

Testo vincitore Premio Scrittura Teatrale Diego Fabbri Forlì – Edizione Centenario

con l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica

 

CASHMERE WA è il viaggio di formazione di un ragazzo che, dopo la morte della madre, inizia a giocare una scommessa estremamente impegnativa con se stesso: durante questo cammino incontrerà, come in una moderna tragedia, diversi personaggi, fino al confronto finale con il padre. Un testo duro e senza sconti che parla di un necessario e disperato confronto tra generazioni. Formatosi alla scuola Holden di Torino e poi perfezionatosi alla prestigiosa Tisch School of the Arts, il giovanissimo autore Leonardo Staglianò è anche lo sceneggiatore del lungometraggio "Yuri Esposito", che ha debuttato alla Mostra del Cinema di Venezia 2013.

 

Alaska, 1978. Ryan ha 18 anni, una volontà di ferro e un piccone in mano. Da quando la madre è morta, sei mesi prima, vive in una galleria costruita all’epoca della corsa all’oro e passa le sue giornate scavando: il suo obiettivo è raggiungere la costa all’estremo nord dell’Alaska, dove l’Aurora Boreale “non è solo un’immagine, ma anche un suono, una voce”. Ryan ha fatto una promessa: deve “afferrare le luci dell’Aurora Boreale e portarle a casa”, la stessa casa in cui è morta la madre. Nel corso dello spettacolo scopriremo che quella promessa ha che fare con una colpa e che Ryan infine realizzerà il suo obiettivo, in maniera del tutto inaspettata.

Lo spettacolo rientra nel progetto Teatro Accessibile che prevede repliche con l’audiodescrizione per i non vedenti e la sopratitolazione per i non udenti

 

 

Sabato 2 novembre ore 21      Domenica 3 novembre ore 17

LUCA ZINGARETTI  -  MASSIMO DE FRANCOVICH        

LA TORRE D’AVORIO

di Ronald Harwood    traduzione Masolino D’Amico

con Luca Zingaretti, Massimo De Francovich, Paolo Briguglia, Gianluigi Fogacci, Francesca Ciocchetti, Caterina Gramaglia

scene André Benaim

costumi Chiara Ferrantini

luci Pasquale Mari

regia Luca Zingaretti

produzione Zocotoco

 

In un regime politico dittatoriale, l'artista deve continuare a svolgere la sua professione per consentire la sopravvivenza della cultura oppure abbassarsi al compromesso e risultare connivente con il potere criminale? Questo il bivio davanti al quale ci si trova nella pièce. Protagonista dell'opera di Ronald Harwood (scrittore Premio Oscar per la sceneggiatura del film Il Pianista di Polanski) è Luca Zingaretti, che sveste gli storici panni del commissario Montalbano per indossare quelli del regista, oltre che dell'interprete al fianco di Massimo De Francovich. Una storia controversa e piena di fascino, uno scontro tra avversari radicalmente diversi eppure estremamente convincenti.

 

Berlino 1946. Un indagato d’eccezione nelle indagini preliminari del processo di Norimberga: il famoso direttore d’orchestra Wilhelm Furtwängler, che aveva scelto, in tempi durissimi, di tenere accesa la fiaccola dell’arte e della cultura convinto che questa non abbia connotazione politica, e aveva sfruttato il suo prestigio per aiutare persone perseguitate o emarginate. Ma i vincitori vogliono vederci chiaro e affidano l’indagine a un uomo che dà ogni garanzia di essere immune al fascino del grande artista: un maggiore dell’esercito che detesta la musica classica e le sdolcinatezze borghesi, un americano convinto dell’eguaglianza di tutti gli uomini, sia nei diritti sia nelle responsabilità.

 

Lo spettacolo sarà anticipato da GUSTOSO A TEATRO, buffet al Foyer (ore 20) a cura del Palazzo del Gusto. Info su www.teatromancinelli.com

 

 

Sabato 9 novembre ore 21     Domenica 10 novembre ore 17

VINCENZO SALEMME

IL DIAVOLO CUSTODE

scritto, diretto e interpretato da Vincenzo Salemme

e con Nicola Acunzo, Domenico Aria, Floriana De Martino, Andrea Di Maria, Antonio Guerriero, Raffaella Nocerino, Giovanni Ribò

scenografia Alessandro Chiti

costumi Mariano Tufano

disegno luci Umile Vainieri

produzione Chi è di scena

 

A grande richiesta Vincenzo Salemme torna al Mancinelli con la sua nuova commedia brillante, ricca della sempre attenta ironia propria del grande mattatore napoletano. A scatenare il meccanismo comico è questa volta l’ambita seconda chance che tutti prima o poi invochiamo, senza immaginare quali divertenti ed inattesi risvolti ci possa riservare. Una storia spensierata con una sottile vena malinconica in perfetta chiave partenopea, un racconto comico ma che fa riflettere sulla propria esistenza e sulle scelte che hanno fatto sì che ognuno diventasse quello che è.

 

Ho voluto fare uno spettacolo che vi facesse venire voglia di parlare di più con voi stessi, col diavolo che è in voi senza averne tanta paura, perchè se quel diavolo è in voi forse è solo un povero diavolo e non può farvi del male. E magari vorrebbe darvi solo una seconda possibilità. E allora immaginiamo che un giorno il nostro diavolo custode salga sulla terra e venga a dirci: Vuoi tornare a nascere e ricominciare daccapo? La vuoi la seconda possibilità? Ma sei sicuro che ne valga la pena? Ce la farai a fare di meglio? Ecco, questo è il tipo di domande che vorrei farmi insieme a voi ridendo un pò, senza cattiveria e senza paura, su noi stessi”.  Vincenzo Salemme

 

Lo spettacolo sarà anticipato da GUSTOSO A TEATRO, buffet al Foyer (ore 20) a cura del Palazzo del Gusto. Info su www.teatromancinelli.com

 

 

Sabato 16 novembre ore 21      In collaborazione con AR Spettacoli

FICARRA & PICONE

APRITI CIELO

scritto e interpretato da Ficarra & Picone

produzione RQS spettacoli

 

Hanno fatto ridere l’Italia intera dal palcoscenico di Zelig Circus e commentato quotidianamente le notizie del nostro Paese con dissacrante ironia seduti dietro la scrivania di Striscia la notizia. Al cinema i loro film fanno impazzire i botteghini e a teatro fanno registrare il tutto esaurito. Ficarra & Picone, il duo satirico più irriverente della televisione italiana, torna in palcoscenico con un nuovo lavoro, in cui trovano spazio storiche gag e nuove trovate ideate per l’occasione e ancorate alla vita quotidiana e ai suoi paradossi al limite dell’assurdo.

 

Un cadavere tra i piedi di due improbabili tecnici della tv e' solo una sfortunata coincidenza o, come nella migliore "dietrologia italiana", c'è un oscuro manovratore? Le leve del potere attuale sono in mano a "menti raffinatissime" disposte a tutto o a uomini normali con i loro limiti? Il fanatismo religioso apre le porte del paradiso o dà vita a situazioni dai risvolti assurdi e perciò divertenti? A tutti questi interrogativi, i due comici siciliani provano a dare, a modo loro, una risposta. Prendendo spunto dalla vita di tutti i giorni, piena di cronaca nera, politica, religione e tanto altro, ci offrono, con la leggerezza che li contraddistingue, una riflessione divertente sulla nostra società e sulla nostra Nazione, regalandoci uno spettacolo tutto da ridere.

 

 

Sabato 23 novembre ore 21       

COMPAGNIA MASTRO TITTA

GREASE

di Jim Jacobs e Warren Casey

con la Compagnia Mastro Titta e Ultimo Secondo Live Band

direzione artistica e regia Paola Cecconi

direttore di scena Rita Custodi

coreografie Silvia Chiolle, Marta Cotarella

scene Emanuela Benedetti, Eleonora Scarponi, Filippo Graziosi

costumi Luigina Zannini, Maria Teresa Pelliccia

disegno luci Roberto Rocca

produzione Compagnia Mastro Titta

 

Grease è un’iconografia classica dell’America degli anni ’50, un collage d’immagini colorate ed esplosive: il rock ‘n’ roll e le atmosfere da fast food, i pigiama party e i motori truccati delle vecchie auto, i giubbotti di pelle e le gonne a ruota, il ciuffo alla Elvis e la brillantina. Simboli intramontabili di una generazione che, portati in scena con ritmo e colore, hanno fatto di questo musical uno dei cult del teatro musicale internazionale.

Dopo i successi dei precedenti allestimenti teatrali realizzati con artisti non professionisti, ora lo spettacolo Grease è una nuova sfida che la Compagnia Mastro Titta ha voluto cogliere sperimentando la musica dal vivo.

 

Danny Zuko è il leader dei T-Birds, una banda di studenti della Rydell High School. Un giorno incontra la dolce e ingenua Sandy Olsson, una ragazza appena arrivata dall’Australia. I due si innamorano, ma con la fine dell'estate Sandy deve ritornare a casa. Nel momento dell’addio, Sandy e Danny si giurano amore eterno. Il destino però gioca a favore di Sandy, che improvvisamente si ritrova di nuovo sulla strada di Danny: la ragazza si iscrive alla sua stessa scuola e lì conosce un gruppo di studentesse, le Pink Ladies, con cui fa amicizia e a cui rivela subito il nome del suo amore estivo. I due si rincontrano, litigano, si chiariscono e si ritrovano innamorati, mentre sullo sfondo scorre la vita dei liceali della Rydell High School, fra vicende amorose  e balletti, che coinvolgono i T-Birds e le Pink Ladies.

 

 

Sabato 7 dicembre ore 21      Domenica 8 dicembre ore 17

Ar.Tè  Compagnia dei Giovani / Orchestra Giovanile di Musica Popolare

Uno spettacolo di Maurizio Panici e Ambrogio Sparagna

AS YOU LIKE IT   Commedia con Musiche 

di William Shakespeare

traduzione e adattamento Maurizio Panici e Alice Spisa

musiche originali Ambrogio Sparagna eseguite dal vivo dall’Orchestra Giovanile di Musica Popolare

con Camilla Alisetta, Sergio Basile, Mauro Bernardi, Andrea Brugnera, Alessandro Federico, Massimiliano Franciosa, Massimiliano Iacolucci, Leonardo Lidi, Rocco Piciulo, Daniele Pilli, Alba Maria Porto, Rocco Rizzo, Annamaria Troisi

musicisti Ambrogio Sparagna, Raffaello Simeoni, Sandro Paradisi, Giuseppe Copia, Fabio Soriano, Francesco D’Urbano, Alessia Salvucci

scene Tiziano Fario

progetto visivo Andrea Giansanti

costumi Marta Genovese, Valentina Zucchet

luci Roberto Rocca

regia Maurizio Panici

produzione Ar.Tè Teatro Stabile d’Innovazione in collab. con La Versiliana Festival

 

Dopo il fortunato debutto del 2 agosto 2013 alla 34^ edizione del prestigioso Festival La Versiliana, approda al Mancinelli la nuova produzione Artè Stabile d’Innovazione. Tredici attori e sette musicisti danno vita ad una rappresentazione vitale, cinica e disincantata sull’amore e l’inganno, una serie di riflessioni sull’esercizio del potere e sulla necessità di trovare un’alternativa ad un mondo corrotto e violento.

 

Il doppio che c'è in ognuno di noi, il maschile e il femminile, l'amore e la violenza, il desiderio e il possesso.

Ancora una volta il più grande autore di tutti i tempi parla di noi, delle nostre malvagità, del nostro bisogno d'amore, ancora una volta ci racconta le nostre debolezze: e lo fa con quella sapienza che ci trascina, da una scena all'altra, in cerca di un indizio che ci indichi la via d'uscita dalle nostre ossessioni.

As you like it è una commedia con musiche, così nasce il progetto condiviso con Ambrogio Sparagna: il nostro spettacolo vuole restituire il senso profondo della scrittura, la musica non è cornice ma è protagonista tra i protagonisti, un linguaggio che ha la forza di parlare direttamente al cuore delle persone modificando i percorsi. La musica lenisce la ferita d'amore, accompagna l'allegria e la scoperta, si fa intima con i luoghi del cuore. Un allestimento vivo e pulsante come la vita”. (Maurizio Panici, note di regia)

 

Lo spettacolo sarà anticipato da GUSTOSO A TEATRO, buffet al Foyer (ore 20) a cura del Palazzo del Gusto. Info su www.teatromancinelli.com

 

 

Sabato 14 dicembre ore 18 - ore 21     Domenica 15 dicembre ore 16 - ore 18

Ridotto del Teatro Mancinelli

Ar.Tè – COMPAGNIA DEI GIOVANI

CANTO DI NATALE (A Christmas Carol)

Libertà vien dall’amare – Prigione dall’odiare

di Charles Dickens

traduzione e adattamento teatrale Tiziano Panici e Alice Spisa

con Renato Campese, Emanuele Avallone, Rosa Diletta Rossi, Daniele Spadaro, Eugenio De Vito

musiche originali Gabriele Rendina

scenografie Alessandra Muschella

costumi Arianna Poppi

regia video Riccardo Papa

regia Tiziano Panici

produzione Ar.Tè Teatro Stabile d’Innovazione / Associazione Teatrale Pistoiese

Dopo il grandissimo successo riscosso nel dicembre 2011 e nel 2012, torna al Mancinelli Canto di Natale, una delle opere più famose e popolari di Charles Dickens. Una favola sull’importanza del Natale e sulla riscoperta dei sentimenti. Il ricco uomo d’affari Scrooge, che pensa solo al successo e al denaro trascurando la famiglia, non apprezza le cose quotidiane e non riesce a godere delle feste natalizie. La svolta della sua esistenza arriva proprio alla vigilia di Natale, quando l’uomo si trova di fronte tre fantasmi (il passato, il presente e il futuro). Questo incontro cambierà il suo modo di provare sentimenti e di stare con gli altri: Scrooge si pentirà del proprio egoismo, dando un senso più profondo alla propria esistenza.

Charles Dickens scrisse Canto di Natale col desiderio di coinvolgere grandi e bambini attraverso una favola, cercando di risvegliare sentimenti puri come l’amore e la tolleranza, il rispetto per gli altri e la capacità di apprezzare le piccole cose della vita. A CHRISTMAS CAROL ripercorre attraverso la messa in scena il medesimo stile letterario di Dickens, un linguaggio immediatamente teatrale che mantiene sul suo pubblico una presa emotiva ininterrotta. Uno spettacolo itinerante dove gli spettatori, guidati dal narratore, vengono accolti da tre fantasmi (Natale passato, Natale presente, Natale futuro) per essere accompagnati in un continuo vagare nei luoghi della memoria, che è, che è stata e che sarà, di Scrooge.

 

Sabato 21 dicembre ore 21      Domenica 22 dicembre ore 17

TONI e PEPPE SERVILLO

LE VOCI DI DENTRO

di Eduardo De Filippo
con Chiara Baffi, Betti Pedrazzi, Marcello Romolo, Toni Servillo, Peppe Servillo, Gigio Morra, Lucia Mandarini, Vincenzo Nemolato, Marianna Robustelli, Antonello Cossia, Daghi Rondanini, Rocco Giordano, Maria Angela Robustelli, Francesco Paglino
scene Lino Fiorito   costumi Ortensia De Francesco  luci Cesare Accetta   suono Daghi Rondanini
aiuto regia Costanza Boccardi                                                                                                                           regia Toni Servillo                                                                                                                                          produzione Teatri Uniti di Napoli / Piccolo Teatro di Milano -Teatro d’Europa / Teatro di Roma

anteprima al Théâtre du Gymnase di Marsiglia Capitale Europea della Cultura 2013

Toni Servillo torna al lavoro sulla drammaturgia napoletana con una commedia scritta nel 1948 ma dal forte sapore profetico, capace di evocare tante realtà di oggi. “Eduardo De Filippo - spiega Servillo - è il più straordinario e forse l’ultimo rappresentante di una drammaturgia contemporanea popolare, dopo di lui il prevalere dell’aspetto formale ha allontanato sempre più il teatro da una dimensione autenticamente popolare. Le voci di dentro è la commedia dove Eduardo, pur mantenendo un’atmosfera sospesa fra realtà e illusione, rimesta con più decisione e approfondimento nella cattiva coscienza dei suoi personaggi, e quindi dello stesso pubblico.

L’assassinio di un amico, sognato dal protagonista Alberto Saporito, che poi lo crede realmente commesso dalla famiglia dei suoi vicini di casa, mette in moto oscuri meccanismi di sospetti e delazioni. Si arriva ad una vera e propria ‘atomizzazione della coscienza sporca’, di cui il protagonista si sente testimone e al tempo stesso tragicamente complice, nell’impossibilità di far nulla per redimersi”.                                                                                                                       Lo spettacolo ha ricevuto al Premio Le Maschere del Teatro Italiano 2013 ben 5 riconoscimenti: miglior spettacolo di prosa, miglior regia e miglior attore protagonista (Toni Servillo), miglior attore non protagonista (Peppe Servillo), miglior attrice non protagonista (Chiara Baffi).

Lo spettacolo sarà anticipato da GUSTOSO A TEATRO, buffet al Foyer (ore 20) a cura del Palazzo del Gusto. Info su www.teatromancinelli.com

 

 

Sabato 11 gennaio ore 21

BALLET FLAMENCO DE MADRID

CARMEN

ispirato alla novella di Prosper Merimée

direzione e scenografia Luciano Ruiz

interpreti principali Verònica Cantos, Francisco Guerrero, Juan Pozo

musiche G. Bizet e flamenco dal vivo

regia Sara Lezana                                                                                                                                

produzione Luigi e Alessandra Pignotti

 

Portatore della grande tradizione della danza spagnola, il Ballet Flamenco De Madrid porta in scena una delle opere più celebri e amate al mondo: Carmen. Nell'atmosfera popolare gitana della Siviglia del 1830, sentimenti universali quali l’amore e l’odio, la rabbia e la passione, il rimpianto e il desiderio, la gelosia e la libertà, s'intrecciano nella storia avvincente di un soldato (Don Jose) che abbandona tutto per una gitana (Carmen). A causa dell’amore che nutre per Carmen, Jose diventa un fuorilegge, ottenendo in cambio solo il tradimento.

 

Una storia popolana che oltrepassa ogni confine e attinge direttamente ai sentimenti universali dell’animo umano. Un viaggio emozionante nel cuore della cultura spagnola, dove i ritmi incalzanti delle chitarre, la sensualità e il talento degli straordinari 24 artisti in scena trasmettono forti emozioni al cuore degli spettatori.
Un’opera che conquista attraverso il fascino misterioso del flamenco, l’incalzare drammatico dell’azione e le note ammalianti della magnifica musica di Bizet. Il tutto adattato al gusto contemporaneo degli spettatori, senza mai perdere l’autentica tradizione della cultura spagnola e il rispetto per il rigore estetico. Il Ballet Flamenco de Madrid, diretto da Sara Lezana, stella prestigiosa nel panorama della danza spagnola, è una delle poche formazioni stabili esistenti nella città di Madrid, dove sono passati i migliori professionisti del settore.

 

 

Rassegna VISIONI DI FUTURO

Giovedì 16 gennaio ore 21

Il Teatro delle Donne - Centro Nazionale di Drammaturgia

BALKAN BURGER

è la storia di Razna che visse più volte

di Stefano Massini

con Luisa Cattaneo

musica composta ed eseguita dal vivo da Enrico Fink

produzione Il Teatro delle Donne - Centro Nazionale di Drammaturgia

 

Una storia incredibile, quella di Razna. Nata in una delle tante comunità ebraiche rimaste illese dall’invasione turca, vedrà cambiare la sua vita con il ritmo di una ballata kletzmer. Perché le carte si ridanno di continuo, al tavolo da gioco dei balcani. Quindi Razna danza con Dio, comunque lo si chiami. Sullo sfondo di un’Hercegovna dove “se preghi Dio si girano in quattro”, cambierà quattro volte vita e religione. Con la leggerezza rassegnata della vittima sacrificale, Razna muore e rinasce di continuo, perché di continuo la storia cambia maschera e camuffa il viso.

 

Tutto scorre, tutto si trasforma al gran bazar delle religioni slave: Roze diventa Razna, impara preghiere cattoliche e litanie ortodosse, lei, figlia di rabbino, frequenterà preti, monache, un iman e un Pope. Un racconto tutto da ascoltare, una galleria implacabile di personaggi e di situazioni, intrecciate fra loro con il filo conduttore di una macelleria titanica dove fra uomini e bestie non c’è poi gran differenza. Il monologo di Stefano Massini è affidato a Luisa Cattaneo già protagonista di alcuni dei suoi più noti testi (“La gabbia”, “Donna non rieducabile”, “Frankenstein”, “L’Italia s’è desta”). Sul palco con lei, in questa affascinante cavalcata fra ironia e dramma, è il noto musicista Enrico Fink, qui autore di una vera e propria drammaturgia musicale sospesa fra kletzmer e Bregovic.

 

 

 

Lunedì 20 gennaio ore 21      Martedì 21 gennaio ore 21

VALERIO MASTANDREA     VALERIO APREA

QUI E ORA

testo e regia Mattia Torre

con Valerio Mastandrea e Valerio Aprea

scene Beatrice Scarpato

costumi Alessandro Lai

produzione Bam Teatro - Vasquez y Pepita

 

Vincitore del Premio Hystrio 2013 all’interpretazione, Valerio Mastandrea torna a calcare i palcoscenici italiani con questa novità assoluta di Mattia Torre, autore poliedrico tra i più interessanti e curiosi del momento, noto al pubblico per la serie cult Boris. Sul palco vizi e contraddizioni di una generazione che fa i conti con crisi sociali e falsi miti. Fra grottesco, malinconia e ironia, lo spettacolo comincia con un incidente appena avvenuto in una strada secondaria di un’isolata periferia romana, completamente deserta, senza passanti, né case. Due scooter di grossa cilindrata subito dopo l'impatto: il primo ribaltato, il secondo irriconoscibile, un disastro di lamiere ancora fumanti. A terra, a pochi metri l'uno dall'altro, due uomini sulla quarantina. Avrebbero bisogno di aiuto, ma non lo avranno.

 

Complice l’incidente, le due vite si incrociano e presto finiscono per mischiarsi ruoli, personalità e gerarchie, in un dialogo serrato, cinico e sarcastico, tra due protagonisti - tra due classi sociali - che si ritrovano sperduti in una periferia urbana nel giorno della festa della Repubblica. Il loro destino, o almeno il loro presente, si consumerà nell'urgenza del “Qui e Ora” in un deserto di uomini e macchine a pochi chilometri dalla civiltà. Sul filo della suspense, degli interrogativi sospesi, si sviluppa un racconto aperto alle infinite ipotesi e derive imprevedibili, come la realtà, verso un finale ancora sconosciuto e tutto da scoprire, senza rinunciare alla chiave di volta di una graffiante ironia, di uno sguardo disincantato sui dilemmi dell'esistenza.

 

 

Lo spettacolo sarà anticipato da GUSTOSO A TEATRO, buffet al Foyer (ore 20) a cura del Palazzo del Gusto. Info su www.teatromancinelli.com

 

Sabato 1 febbraio ore 21     Domenica 2 febbraio ore 17

FILIPPO TIMI

IL DON GIOVANNI

Vivere è un abuso, mai un diritto 

di e con Filippo Timi

e con Umberto Petranca, Alexandre Styker, Marina Rocco, Elena Lietti, Lucia Mascino, Roberto Laureri, Matteo De Blasio, Fulvio Accogli

regia e scena Filippo Timi

luci Gigi Saccomandi

costumi Fabio Zambernardi in collaborazione con Lawrence Steele

 

produzione Teatro Stabile dell’Umbria / Teatro Franco Parenti

Né secondo Molière, né secondo Mozart, semplicemente secondo Filippo Timi: il mito del celebre seduttore riscritto dal più irriverente dei giovani artisti italiani, che continua il suo percorso di riscrittura e di reinterpretazione dei classici intervenendo sull’opera mozartiana con una forte carica di humour nero. Don Giovanni, consapevole della propria morte, si trova semplicemente a rincorrerla, mentre attorno a lui si muovono le donne della sua vita. Uno spettacolo unico nel suo genere: è colore, musica, opera lirica, scenografie ricche e costumi strabilianti, comicità e tragedia, è vita che si intreccia alla morte ed emerge da essa.

«Don Giovanni conosce la sua fine, è solo questione di rincorsa. Don Giovanni è l’umanità volubile e insaziabile, l’umanità finalmente priva di quelle morali colpevoli dell’assurdo destino verso cui stiamo precipitando. E la colpa non è certo della storia, o di tutti quei Cristi che hanno professato amore, ma la nostra: la fame di potere insita nell’uomo, nessuno escluso, la fame di resistere, di mistificare, di ingannarsi piuttosto che sopravvivere. Ognuno ha la propria storia, io la mia, tu la tua, voi la vostra e Don Giovanni ha la sua. Non l’ha scelto lui di nascere Mito, gli è capitato, e lui non si sottrae dall’essere se stesso. Ecco in cosa è grande. Non perché accetta la morte, deve per forza, come tutti. E’ grande perché accetta a pieno le conseguenze, inevitabili, dell’essere nient’altro che se stesso» (Filippo Timi, note di regia)

 

Lo spettacolo sarà anticipato da GUSTOSO A TEATRO, buffet al Foyer (ore 20) a cura del Palazzo del Gusto. Info su www.teatromancinelli.com

 

 

 

 

Rassegna VISIONI DI FUTURO

Sabato 8 febbraio ore 21

Compagnia di Teatro Integrato Amleto in viaggio

CHIAMATEMI ISMAELE

liberamente tratto da “Moby Dick” di Herman Melville

con Erica Galanello, Laura Antoniella, Iuri Capello, Luigi Lucarelli, Mario Brozzi, Angelo Castobello, David Rengo, Cinzia Milano, Daniele Donati Doria, Daniele Mezzoprete, Amedeo Rampini, Goretta Gobbini, Alberto Lippera, Juri Pontremoli, Selia Castellani, Maria Barlozzetti, Simone Pagetti, Michela Aversa, Matteo Alcidi, Aldo Fusco, Anna Lucchesi, Erik Pontremoli, Elena Borsetti, Antonella Verdinelli, Christian Frosoni, Andrea Zanetti, Sergio Andreoli, Caludio Monni, Daniel Morris, Simone Barbaglia, Ivan Nioi,Tiziana Rastelli, Alessandro Medori, Cristiana Fabrizzi

scene/luci Daniele Cipolletti

video Massimo Lucarelli/Daniele Cipolletti     costumi Laura Zagaglia

coordinamento il Collettivo Teatro Animazione/ Coop “Il Quadrifoglio” Tiziana Frellicca

regia Felizitas Scheich Elisabetta Moretti

produzione Amleto in Viaggio

 

Lo spettacolo indaga principalmente due aspetti: la parte acquea del mondo e la balena bianca. Che cosa c’è in mare? Nell’oceano c’è solo mare e orizzonte, come si può vedere anche dalla terra. E allora, che cosa si cerca? Il pericolo, la precarietà, la possibilità di misurarsi con forze soverchianti, molto più potenti di noi e con gli abissi, della natura e delle sue leggi, le profondità imperscrutabili di Dio e, soprattutto, di noi stessi e dei nostri demoni.

 

Sotto forma di Moby Dick sono i nostri stessi demoni a cui diamo l’assalto, senza alcuna speranza – secondo Melville – di uscirne vincitori: il nodo della vita pare, infatti, non sciogliersi mai. La battaglia di Achab è anche la battaglia spirituale dell’uomo alla ricerca disperata di un senso per la propria vita. La sua caccia è una ricerca delle ragioni ultime dell’essere e del mondo a prezzo degli affetti, della patria e della stessa vita. Non c’è nessun senso nell’universo se non quello che l’uomo si crea. L’essere umano resta così immerso nei suoi perché, facendo riecheggiare, ancora una volta, la domanda retorica pronunciata da Ismaele all’inizio dell’opera: “ Quale significato in tutto questo? “

 

 

Domenica 16 febbraio ore 17    Omaggio della Compagnia per celebrare i 20 anni dalla riapertura del Mancinelli

RBR DANCE COMPANY

MOSAICO

regia Cristiano Fagioli

coreografie Cristina Ledri e Cristiano Fagioli     assistente coreografie Gelsomina Di Lorenzo

danzatori Cristina Ledri, Gelsomina Di Lorenzo, Alessandra Odoardi, Ylenia Mendolicchio, Debora Di Biagi, Kristian Matia, Leonardo Cusinato, Martin Angiuli

musiche autori vari  disegno luci Luca Modesti   costumi Renato Gastaldelli, Donatella Bressan, Cristina Ledri

produzione RBR Dance Company

 

In un unico show il meglio della compagnia RBR Dance Company. La continua ricerca estetica e le scelte musicali, associate ad un uso raffinato di proiezioni e costumi, saranno veri e propri viaggi nelle atmosfere delle sonorità classiche, contemporanee a volte inedite. Frammenti del misterioso ABYSS si alternano al futuristico OPENSPACE, passando dall’onirico e fantasioso 4, proseguendo, con le simmetrie e la purezza di STATUARIA, con la liricità di VARIETAS DELECTAT e concludendosi con una nuova coreografia inedita da titolo MOSAICO.

 

Atmosfere incantate misteriose, sottolineate da afflato poetico e fresca vitalità, danno origine a MOSAICO, un viaggio nell'emozionante mondo RBR DANCE COMPANY, compagnia molto raffinata che mette in scena spettacoli coinvolgenti e d’impatto senza mai eccedere in virtuosismi. Movimenti spettacolari quanto delicati, musiche coerenti ed un uso perfetto delle luci, insieme ad un sublime ritmo scenico, fanno si che le loro esibizioni siano considerate straordinarie anche dagli occhi più critici ed esperti. Uno stile del tutto unico che unisce coralità lirica ad un’eccepibile tecnica.

 

 

Rassegna VISIONI DI FUTURO

Sabato 1 marzo ore 21    Domenica 2 marzo ore 17

ArTè Compagnia dei Giovani
PINOCCHIO  
di Carlo Collodi   adattamento teatrale Tiziano Panici e Alice Spisa
con Renato Campese, Rosa Diletta Rossi, Alice Spisa, Rocco Piciulo, Emanuele Avallone, Daniele Spadaro, Eugenio De Vito

luci Roberto Rocca

costumi Marta Genovese

regia Tiziano Panici

produzione ArTè Teatro Stabile d’Innovazione

La celebre storia del burattino di legno rivive attraverso la fascinazione clownesca del nouveau cirque. Questa rivisitazione gitana della celebre opera restituisce agli spettatori di ogni età l’immagine di un’Italia ancestrale e picaresca sommersa nei suoi eterni limiti dove i personaggi della storia si aggirano trascinando un calesse magico che contiene la città de balocchi, il teatro di mangiafuoco e il ventre della balena... tutto l’universo di Pinocchio.

 

Ho pensato di fabbricarmi da me un bel burattino di legno; ma un burattino meraviglioso, che sappia ballare, tirare di scherma e fare i salti mortali. Con questo burattino voglio girare il mondo, per buscarmi un tozzo di pane e un bicchier di vino, che ve ne pare? “ Con queste parole il buon mastro Geppetto segna la sua condanna... o l’inizio di una grande avventura. Infatti il suo desiderio si realizzerà ma, come spesso accade, in maniera inaspettata. La nostra storia inizia quando finisce quella di Pinocchio. O meglio poco prima... non sappiamo infatti se verrà trasformato in un bambino vero. Noi lo troviamo a dirigere un folle teatro dei balocchi dove ogni attore/burattino è costretto a recitare la propria parte. Per Sempre! La strampalata compagnia vive su un carretto dimesso e vive dei frutti che la strada può offrire: un tozzo di pane e un bicchier di vino quando va bene e... i resti di una pera quando va male. A “spingere il carretto”, c’è il vecchio “Polendina”, ormai consumato e stanco che però non si arrende e risponde al proprio dovere, visto che ogni uomo è artefice del proprio destino.

 

 

Rassegna VISIONI DI FUTURO

Domenica 9 marzo ore 17

Associazione Culturale Arte e Spettacolo DOMOVOJ

ALICE

tratto dal capolavoro di Lewis Carrol

regia Matteo Tarasco

con Romina Mondello, Salvatore Rancatore, Giulia Galiani, Odette Piscitelli

produzione Associazione Culturale Arte e Spettacolo Domovoj

 

Uno spettacolo visionario e immaginifico, onirico e anche un po' felliniano, che conquista anche con la fantasia. “Nella storia di Alice  - scrive nelle note di regia Matteo Tarasco - lo specchio rappresenta un confine, al di là del quale tutti noi possiamo credere di essere o di non essere principi, re e regine. Alice scappa e si rifugia nella follia della finzione, dove tutto può essere o non essere, ma nulla è un problema, bensì un enigma, che altro non è che un problema senza soluzione".

"Alice non è uno spettacolo per bambini. - continua Tarasco - Se i libri di Alice hanno acquisito la certezza dell'immortalità è perché continuano ad essere letti e gustati dagli adulti. Carrol ci conduce in un viaggio nel profondo dell'animo umano, dove le contraddizioni più aspre si fondono, per restituire un'immagine del mondo vividamente controversa. Un mondo di meraviglie osservato attraverso lo specchio della propria coscienza, che sempre ci restituisce un'immagine distorta e traslata dell'essere. Mettere in scena Alice, capolavoro della letteratura inglese dell'Ottocento, vuole essere un tentativo di raccontare l'odierno spaesamento quotidiano di una generazione incompresa, un tentativo per riacquistare, attraverso la fascinazione del palcoscenico, i valori della parola poetica, che crediamo oggi debba imporsi su altri linguaggi che spiegano, ma non insegnano il senso".

 

 

Domenica 23 marzo ore 17

Compagnia Almatanz

BOLERO IL CANDORE E LA PASSIONE

con Grazia Galante e la Compagnia Almatanz

coreografie L. Martelletta, M. Bejart, G. Galante

produzione Compagnia Almatanz

 

Lo spettacolo è un Gala di Danza che percorre un viaggio attraverso l’espressività della danza moderna e contemporanea, che liberando il movimento esprime le infinite sfumature dell’essere umano, del mondo. In una molteplicità di linguaggi diversi, ogni artista crea il suo codice per comunicare. La Compagnia Almatanz accompagna l’Etoile del grande coreografo Maurice Bejart, Grazia Galante, che interpreta le coreografie che il Maestro ha creato appositamente per lei: Light e Dyonisos.

 

Il Bolero, danza popolare spagnola fra le più affascinanti nota già alla fine del 1700, ha origini ed etimologia non del tutto certe. Nella versione classica è ambientato in una taverna, dove una zingara che si esibisce su un tavolo, fa lentamente cadere in estasi i presenti. Celeberrima è l’edizione di Maurice Bejart del 1961 che ha avuto grandissimi interpreti tra cui Grazia Galante. L’ineguagliabile Bolero del Maestro è entrato a far parte del patrimonio genetico dei ballerini che lo hanno danzato: a Bolero non si resiste, ha la capacità di entrare nella vita delle persone, di colpire i sensi, di passare la cute, di entrare nel sangue, di arrivare alle cellule anche più lontane di cuore e cervello.

 

 

Rassegna VISIONI DI FUTURO

Venerdì 4 aprile ore 21

Teatrino Giullare

FINALE DI PARTITA

diretto e interpretato da Teatrino Giullare

traduzione Carlo Fruttero

scenografia e pedine Cicuska

maschere Fratelli De Marchi

produzione Teatrino Giullare

 

-PREMIO SPECIALE UBU 2006, PREMIO NAZIONALE DELLA CRITICA 2006, PREMIO DELLA GIURIA AL 47^ FESTIVAL INTERNAZIONALE MESS DI SARAJEVO 2007

Allestimento per scacchiera per pedine e due giocatori

 

Una partita a scacchi tra attori-giocatori che muovono le pedine e pedine-personaggi che muovono una delle storie più significative ed enigmatiche della drammaturgia del Novecento. La rappresentazione è una sinfonia di mosse e contromosse, botte e risposte, pause, riflessioni, sospiri, rinunce. In questo Finale di partita il capolavoro di Beckett è visto attraverso le possibilità di movimento di due pedine da scacchi e la tensione e la partecipazione dei due giocatori.

 

Hamm pedina ferma e cieca, Clov pedina che si affanna per la scacchiera senza potersi mai sedere, anche lui sulla strada della cecità e dell'immobilità e nel tentativo di prendere la strada verso l'uscita. Nagg e Nell pedine fuori gioco, pedine a metà rinchiuse in bidoni. L'affinità tra il contenuto del testo e il gioco degli scacchi è stata manifestata dallo stesso Beckett e il finale di partita è la terza e ultima parte dell'incontro nel gioco degli scacchi. Una fase distinta dal ridotto numero di pezzi superstiti sulla scacchiera e dal fatto che il re non è più soltanto un pezzo da difendere ma diventa anche una figura di attacco.