Teatro Mancinelli Orvieto

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Stagione Teatrale 2008 - 2009 programma

LA SFIDA

 

Sabato 4 ottobre ore 21               ANTEPRIMA NAZIONALE

Domenica 5 ottobre ore 17

Lina Sastri   Luca De Filippo

Filumena Marturano

di Eduardo De Filippo

con Lina Sastri, Luca De Filippo, Nicola di Pinto, Antonella Morea, Giuseppe Rispoli, Gioia Miale, Daniele Russo, Antonio D’Avino, Chiara De Crescenzo, Carmine Borrino, Silvia Maino

regia Francesco Rosi

luci Stefano Stacchini

costumi Cristiana Lafayette

scene Enrico Job

produzione Teatro di Roma - Elledieffe

 

Filumena Marturano è, nella drammaturgia internazionale, uno dei lavori più conosciuti ed apprezzati dal pubblico e dalla critica, nonché, delle commedie di Eduardo, la più rappresentata in tutto il mondo. Legami di sangue e vincoli d’amore. Una straodinaria pièce teatrale con Lina Sastri nel ruolo della celebre eroina eduardiana. “Una grande, bellissima e tormentata storia d’amore”. Così definisce la commedia di Eduardo Francesco Rosi, che prosegue con questa regia il sodalizio artistico con la compagnia di Luca De Filippo. Filumena conduce il filo del dramma con la sapienza e la determinazione dovute al sentimento di una maternità tenuta segreta per anni e poi rivelata. Donna del popolo, vive da 25 anni come una moglie, senza esserlo, nella casa di Domenico Soriano, napoletano borghese e benestante. Ha cresciuto in segreto tre figli, avuti da tre uomini diversi; di uno solo è certa la paternità, il figlio di Soriano, e quando Filumena glielo rivela, estremo stratagemma per farsi sposare, non gli dice però quale, perché “i figli sono figli” e devono essere tutti uguali.

 

 

Sabato 11 ottobre ore 21

Déjà Donné

A Glimpse of Hope

(Intravedere Speranza)

regia e coreografia Simone Sandroni e Lenka Flory

interpretazione Virginia Spallarossa, Eleonora Chiocchini, Daria Menichetti, Morena de Leonardis

drammaturgia musicale Luigi Ceccarelli

musica e suono Luigi Ceccarelli, Gaëtan van den Berg

scenografia e costumi Lenka Flory

video Barbara Schröer, Pietro Micci, Dutch Rall   tecnica Massimo Guarnotta, Andrea Bartola       grafica Pavel Skoda  produzione Déjà Donnè / Lenka Flory

Fondata a Praga nel 1997 da Lenka Flory e Simone Sandroni, la compagnia di danza contemporanea Déjà Donné si può ben dire internazionale sia per le diverse provenienze dei suoi danzatori, sia per le tournée che la vedono protagonista in giro per il mondo. Ha rappresentato infatti i suoi lavori in 22 paesi tra Europa, Asia, Stati Uniti e Canada, ricevendo premi e grande risonanza a livello di pubblico e di critica. Dalla loro prima produzione sino ad oggi i Déjà Donné si sono fatti conoscere per il loro stile esilarante ed esplosivo e per la capacità di creare performance con contenuti di forte impatto sociale e politico, emozionanti ma indipendenti da forme o temi alla moda. Il loro teatro è una fluente mescolanza di metodi, linguaggi e stili. Seconda parte di una trilogia dal titolo Happiness is Only a Question of Habit, A Glimpse of Hope è uno sguardo femminile sul mondo. Saranno, infatti, performer donne ad osservare come stiamo vivendo, come vivevamo e come il presente sia tutt’ora collegato alla storia, in questo caso alla storia degli ultimi 50 anni. La compagnia Déjà Donné si esibisce ad Orvieto nell’ambito del “Progetto Spettacolo Umbria”.

 

 

Domenica 9 novembre ore 17

Rossella Falk   Maddalena Crippa

Sinfonia d’autunno

di Ingmar Bergman

con Rossella Falk, Maddalena Crippa e Marco Balbi

regia Maurizio Panici

scene Aldo Buti

costumi Lucia Mariani

luci Franco Ferrari

musiche Edvard Grieg – Frédéric Chopin

ambientazioni sonore Stefano Saletti

produzione Argot produzioni

 

Eva è sposata con un pastore protestante, Viktor. Charlotte, la madre di Eva, è una pianista famosa e molto raramente fa visita alla figlia. Eva ha sollecitato con una lettera la madre a un nuovo incontro, atteso da lungo tempo. Charlotte arriva all’improvviso. Trentasei ore, tanto dura l’incontro tra madre e figlia. Trentasei ore in cui l’autore scava nel rapporto di odio e amore tra le due donne. Charlotte parla delle proprie amarezze e solitudini, le svela alla figlia, forse per la prima volta, senza maschere. Anche Eva cerca di raccontarsi nelle sue difficoltà, ma il conflitto sembra non potersi risolvere, sebbene il cordone ombelicale non si sia mai spezzato. Sinfonia d’autunno è una storia d’amore speciale tra due donne dipinte con crudezza da uno dei più grandi “esploratori” di sentimenti che il secolo scorso ci ha regalato, Ingmar Bergman, naturale successore di Strindberg per la qualità della scrittura, l’asprezza del dialogo, le tematiche affrontate. Due attrici di grande carisma e profondità, dirette da Maurizio Panici, sono le protagoniste accezionali della spettacolo: Rossella Falk e Maddalena Crippa, per la prima volta insieme.

 

 

Sabato 15 novembre ore 21

Raffaele Paganini

Omaggio a Fred Astaire e Ginger Rogers

In the Navy - Fred e Ginger

con Raffaele Paganini

coreografie Alfonso Paganini e Luigi Martelletta

musiche George Gershwin – Glenn Miller   originali di Marco Melia

costumi Alessandra Saroli

disegno luci Jean Paul Carradori

multivisione Massimiliano Siccardi

produzione Nuova Euroballetto

 

Anni 20…Anni 30…Anni 40…l’inizio di un nuovo tempo. Rumori di navi da oltre oceano portano marinai americani con le loro ventate di novità e di voglia di vivere. Appena sbarcati fioriscono storie d’amore con giovani ragazze, ed ecco che inizia l’incanto tra sorrisi, amori e lustrini. Fascino! Classe! Eleganza! Il mondo di Fred e Ginger, un sogno regalato a quegli splendidi e faticosi anni del nostro passato. Anni 30.. Anni 40…Anni 50…e via oltre il 2000, ancora con la stessa esigenza di un incantevole sogno, di un momento frizzante, per poi tornare a casa avendo assaporato la stessa magia…la magia che aveva portato il vento d’oltre Oceano a quel fascino, quella classe, quell’eleganza che vive anche oggi in questo spettacolo.

Omaggio a Fred Astaire e Ginger Rogers  non è la storia di Fred e Ginger ma la rivisitazione di un’epoca, di un pezzo di storia che molti di noi non hanno vissuto personalmente ma che hanno potuto apprezzare attraverso film, musiche o racconti di chi invece ne ha fatto parte. Un’ora e mezza di evasione divertente, scintillante di luci, colori e immagini di un periodo che non tornerà mai più.

Il tributo alla celebre coppia di ballerini del grande schermo sarà l’occasione per ammirare il talento dell’étoile Raffaele Paganini, impegnato nella gamma coreografica resa celebre da Astaire: dagli sfrenati tip tap ai virtuosi balli di coppia, accompagnati dalle musiche firmate da autori come Gershwin e Glenn Miller.

 

 

Sabato 22 novembre ore 21                               PRIMA NAZIONALE

Domenica 23 novembre ore 17

Gianluca Guidi   Lorenza Mario   Enzo Garinei

Facciamo l’amore

di Norman Krasna

con Gianluca Guidi, Lorenza Mario, Enzo Garinei e la partecipazione di Aldo Ralli

regia Gianluca Guidi

scene Florenza Marino

costumi Alessandro Bentivegna

direzione musicale Riccardo Biseo

coreografie Stefano Bontempi

produzione Giglio Group Production

 

Commedia musicale ambientata in teatro, in una compagnia di artisti pieni di talento ma costretta a combattere con la continua ricerca di soldi per poter andare in scena, Facciamo l’amore mostra quello che è il gioco del teatro quando si confonde con la realtà, in cui la mistificazione delle identità, come l’identificazione degli attori nei loro personaggi, servirà a far innamorare i due protagonisti e a mostrare il fascino del mondo dello spettacolo. Magiche atmosfere musicali, coreografie da musical, costumi ed allestimento scenografico arricchiscono questa eclettica commedia splendidamente interpretata da Gianluca Guidi (che ne cura anche la regia), Lorenza Mario, Enzo Garinei e Aldo Ralli. Bellissima storia d’amore ispirata al famoso film di George Cukor con Yves Montand e Marilyn Monroe, Facciamo l’amore è considerata dai critici una delle commedie contemporanee più intelligenti, che intreccia comicità e romanticismo, con un linguaggio dai ritmi serrati che descrive con efficacia ma anche con amore l’ambiente teatrale.

 

 

Domenica 30 novembre  ore 17

Giorgio Albertazzi

Moby Dick

da Herman Melville   

elaborazione drammaturgica Federico Bellini

con Giorgio Albertazzi, Emiliano Brioschi, Marco Cacciola, Timothy Martin, Giuseppe Papa, Fabio Pasquini, Annibale Pavone, Enrico Roccaforte, Rosario Tedesco

regia e ideazione scenografica Antonio Latella

costumi Gianluca Falaschi

disegno luci Giorgio Cervesi Ripa

suono Franco Visioli

produzione Teatro Stabile dell’Umbria – Teatro di Roma

 

Spettacolo di particolare interesse e fascino, tratto dall’avvincente romanzo di Herman Melville, Moby Dick è riconosciuto come uno dei capolavori della narrativa americana. Narra la vicenda del Capitano Achab, che salpa con la nave baleniera Pequod alla ricerca di Moby Dick, la balena bianca che anni prima, nel corso di una caccia, “gli aveva falciato la gamba, come un mietitore fa di uno stelo d’erba in un campo”. Sotto di lui un equipaggio di ufficiali, marinai e ramponieri. Trova la balena ma, nella lotta, perisce e insieme con lui soccombono tutti i suoi uomini. Tutti tranne uno: Ismaele, che vivrà per raccontare la loro storia.

Il viaggio, la conoscenza, la morte sono alcuni dei temi che danno vita ai personaggi e ne determinano il destino. Tuttavia in Moby Dick c’è molto di più: le scene di caccia alla balena sono intervallate dalle riflessioni scientifiche, religiose, filosofiche e artistiche del protagonista Ismaele, alter ego dello scrittore, rendendo il viaggio un’allegoria e al tempo stesso un’epopea epica.

Nei panni del protagonista un grande mattatore della scena, un uomo che da sempre incarna il mito del primo attore, Giorgio Albertazzi, che per la prima volta, dopo averne apprezzato i lavori, incontra Latella come regista, insieme a una numerosa e affiatata compagnia di attori.

 

 

Domenica 14 dicembre ore 17

Paolo Bonacelli 

Aldo Moro, una tragedia italiana

di Corrado Augias e Vladimiro Polchi

con Paolo Bonacelli e Lorenzo Amato

regia Giorgio Ferrara

musica Marcello Panni

scene Gianni Silvestri

luci Mario Loprevite

produzione Teatro Stabile della Sardegna / Teatro Eliseo

 

A trent’anni di distanza, la tragedia del Presidente della Democrazia Cristiana Aldo Moro rivive sulle scene teatrali in una rappresentazione che ripercorre i giorni del sequestro, della prigionia, della morte. La vicenda umana e politica del rapimento Moro si consumò in 55 giorni che l’Italia non potrà mai dimenticare. Lo spettacolo, scritto da Corrado Augias e Vladimiro Polchi, per la regia di Giorgio Ferrara, è costruito sulle lettere che Moro scrisse agli amici del partito, al Papa, ai familiari. Lettere in cui alterna momenti di speranza ed altri di disperazione, tra ricordi privati e raccomandazioni di incombenze quotidiane, tra accuse di errori ed omissioni e ringraziamenti agli amici. Sulla scena le strazianti parole di Aldo Moro imprigionato sono interpretate da Paolo Bonacelli, mentre una voce narrante si alterna al racconto in prima persona con citazioni, materiali d’archivio, comunicati ufficiali delle Brigate Rosse. Il tutto scandito da immagini tratte da telegiornali d’epoca.

 

 

 

 

Venerdì 19 dicembre ore 21

Sabato 20 dicembre ore 21

Domenica 21 dicembre ore 21

Enrico Brignano

Le parole che non vi ho detto

Uno spettacolo di Enrico Brignano

scritto con Mario Scaletta, Augusto Fornari, Massimiliano Orfei, Manuela D’Angelo, Massimiliano Giovanetti

con Simona Samarelli

musiche Armando Trovajoli

orchestrazione e direzione Federico Capranica

scene Gianluca Amodio

costumi Graziella Pera

produzione EnryB

 

Enrico Brignano torma al Mancinelli con un one man show tutto nuovo, ricco di gag e comicità; due ore di spettacolo in cui il comico romano, in un clima di leggerezza e ilarità, si toglie lo sfizio di raccontare, condividendole con gli spettatori, tutte le cose non dette in altre occasioni, tutti i desideri inespressi, tutti i sogni e le storie comiche più strampalate, la sua infanzia, la scuola, la famiglia, i primi passi nel mondo dello spettacolo.

Affiancato sul palcoscenico da Simona Samarelli, attraverso l’ironia e la verve di sempre Brignano in questa sorta di viaggio in quarant’anni di vita passati a giocare e a recitare, prima per diletto in una scuola e poi su un palcoscenico da professionista, racconta di sé, di com’era e di come è diventato. Il suo intento è quello di proporre una satira di costume: quel che siamo e quello che vorremmo essere, passando attraverso un pretesto, la carriera di un attore e il teatro.

Uno spettacolo da non perdere con uno dei comici più divertenti del panorama italiano.

 

 

 

 

 

Lunedì 22 dicembre ore 21

Gomorra

di Roberto Saviano e Mario Gelardi

tratto dall’omonimo romanzo di Roberto Saviano e da un’idea di Ivan Castiglione e Mario Gelardi

regia Mario Gelardi

con Ivan Castiglione, Francesco Di Leva, Antonio Ianniello, Giuseppe Miale di Mauro, Adriano Pantaleo e la partecipazione straordinaria di Ernesto Mahieux

scene Roberto Crea

costumi Roberta Nicodemo

musiche Francesco Forni

immagini Ciro Pellegrino

produzione Mercadante Teatro Stabile di Napoli

 

Adattamento teatrale dell’omonimo romanzo-reportage di Roberto Saviano, elaborato a quattro mani con Mario Gelardi – che ne firma anche la regia – Gomorra si configura come un inquietante gioco di specchi tra le molteplici sfaccettature della criminalità organizzata napoletana e tutte le sue tentacolari ramificazioni. La riscrittura teatrale del testo letterario, iniziata ancor prima che il famosissimo libro arrivasse alle stampe, ha permesso agli autori di lavorare su un materiale più ampio e quindi di elaborare un’analisi maggiormente estesa di alcuni personaggi del romanzo; un’opera che anche sulla scena mette coraggiosamente a nudo le espressioni più efferate delle attività criminose proliferate nel napoletano e allargatesi a macchia d’olio sul territorio nazionale ed internazionale. Una crudele carrellata di situazioni che, a squarci, svelano un universo sociale fatto di relazioni e di valori che definiscono e connotano il potente mondo della criminalità contemporanea. La coraggiosa denuncia di Roberto Saviano lo costringe tutt’oggi a vivere sotto scorta.

 

 

Sabato 10 gennaio  ore 21                                         

Domenica 11 gennaio  ore 17

Stefano Accorsi   Lucilla Morlacchi

Il dubbio

di John Patrick Shanley

traduzione Flavia Tolnay

adattamento Margaret Mazzantini

con Stefano Accorsi, Lucilla Morlacchi, Nadia Kibout e Alice Bachi

regia Sergio Castellitto

scenografie Antonella Conte

costumi Isabella Rizza

disegno luci Raffaele Perin (A.I.L.D.)

produzione Hurlyburly e Alien produzioni

 

Tratto dall’omonimo romanzo di John Patrick Shanley, Il dubbio porta sulla scena una tematica tanto forte quanto attuale: quella dell’abuso sessuale in ambiente cattolico. Sergio Castellitto alla regia e Stefano Accorsi nel ruolo del protagonista affrontano le pagine di questo scritto, vincitore del premio Pulitzer nel 2005, e ambientato a Brooklyn, in una scuola parrocchiale, nel 1964. La vicenda ruota attorno alla supposta colpevolezza di un giovane prete di aver abusato sessualmente di un alunno dodicenne di colore. Ad accusarlo è l’ineffabile malizia della direttrice dell’istituto suor Aloisia (interpretata da Lucilla Morlacchi) che non ne condivide i moderni metodi di insegnamento, mentre suor James, pur apprezzando il suo spirito di abnegazione, è lacerata profondamente dal tarlo divoratore del dubbio. Gli stessi spettatori non trovano il conforto di alcuna certezza, poiché l’autore ha deciso unicamente di spargere il seme del dubbio, lasciando correre l’immaginazione del pubblico che esce dal teatro domandandosi se padre Flynn sia colpevole oppure no.

 

 

Sabato 24 gennaio ore 21

Ballet de Cuba

CUBA the musical

musiche Raul Salvador Herrera Graña

direzione artistica Delia Maria Barroso Rodriguez

costumi Lazaro Guillermo Rodriguez

luci Juan Carlos de la Torre Rodriguez

produzione L. P. Organizzazione Spettacoli

 

Vincitore del “Festival Mundial de la Salsa 2003”, il Ballet de Cuba porta in scena un travolgente spettacolo dai ritmi caldi e irresistibili, con musiche dal vivo dell’Orchestra di Raul Salvador Herrera Graña, leggendario gruppo della Havana fondato nel 1968 da talenti appassionati di musica tradizionale cubana. Composto da ballerini e musicisti di insolito talento e straordinaria versatilità, provenienti dalla “Escuela Nacional de Arte de la Habana”, dal “Conjunto Folklorico Nacional” e dalla “Escuela de Danza Nacional de la Habana”, il Ballet de Cuba trascina il pubblico nel cuore della cultura cubana attraverso una magistrale fusione tra differenti tipi di danze. La straordinaria interpretazione del corpo di ballo racconta la nascita della musica cubana attraverso la fusione di concitati ritmi di origine africana con le melodie della musica popolare spagnola. Durante lo spettacolo si ripercorrono musiche e danze popolarissime, conosciute in tutto il mondo. In scena la gioiosa compostezza della Guaracha e del Son, la malinconia struggente del Bolero, la verve sfacciata del Mambo, la frizzante allegria del Cha Cha Cha fino al folclore cubano più autentico originario dell’entroterra. In prefetto equilibrio tra tradizione e tendenza, il Ballet de Cuba completa questo emozionante viaggio proponendo il nuovo baile cubano. Ritmi latin jazz si alternano con la travolgente salsa, la più tipica espressione della cultura cubana del passato e del presente. Coinvolgente, colorato, dinamico ed originale, Cuba the musical innamora, seduce, contagia il pubblico in un’esplosione di gioia e divertimento, trascinandolo nel cuore della cultura cubana.

 

 

Martedì 27 gennaio ore 21

Alessandro Gassman

La parola ai giurati

(Twelve Angry Men)

di Reginald Rose

traduzione di Giovanni Lombardo Radice

con Alessandro Gassman, Manrico Gammarota, Sergio Meogrossi, Fabio Bussotti, Paolo Fosso, Nanni Candelari, Emanuele Salce, Massimo Lello, Emanuele Maria Basso, Giacomo Rosselli, Matteo Taranto, Giulio Federico Janni

regia Alessandro Gassman

scene Gianluca Amodio

costumi Helga H. Williams

musiche originali Pivio & Aldo De Scalzi

produzione Teatro Stabile d’Abruzzo & Società per Attori

 

Alessandro Gassman, in una convincente prova di regia, affronta un testo socialmente coinvolgente e profondamente inquietante come è La parola ai giurati di Reginald Rose. Esempio straordinario di denuncia dei meccanismi del sistema giudiziario americano, questo appassionante e attuale dramma, ambientato nella New York degli anni ’50, narra la vicenda di dodici membri di una giuria popolare che devono decidere sull’opportunità di condannare o meno a morte un giovane portoricano sospettato di omicidio, ponendo così a ognuno di noi molte domande sulle capacità di giudicare e sui condizionamenti cui possiamo essere sottoposti.

Tutti i componenti della giuria sembrano convinti della sua colpevolezza. Tutti ad eccezione di uno, che con meticolosità e intelligenza costringe gli altri giurati a ricostruire nel dettaglio i passaggi salienti del processo e, grazie a una serie di brillanti deduzioni, ne incrina le certezze, insinuando in loro il principio secondo il quale una condanna deve implicare la certezza del crimine al di là di ogni ragionevole dubbio. Da questo dramma fu tratto un celeberrimo film diretto con grande maestria da Sidney Lumet ed interpretato in modo indimenticabile da Henry Fonda.

 

 

Domenica 8 febbraio ore 17

Claudio Gioè   Donatella Finocchiaro

L’istruttoria

di Claudio Fava

con Claudio Gioè e Donatella Finocchiaro

regia Ninni Bruschetta

musiche composte ed eseguite dal vivo dai Dounia

Giovanni Arena, contrabbasso   Vincenzo Gangi, chitarra

Riccardo Gerbino, percussioni     Faisal Taher, voce

scene Mariella Bellantone

costumi Metella Roboni

produzione Nutrimenti Terrestri

 

Lo spettacolo ripercorre la storia degli atti del processo per la morte di Giuseppe Fava, giornalista assassinato dalla mafia il 5 gennaio 1984, “colpevole” di indagare e svelare le alleanze strategiche tra mafia e mondo politico, economico e istituzionale della Catania degli anni ’80. Gli atti, ricostruiti e drammatizzati in forma teatrale, prestano estrema fedeltà alla verità, alle parole presenti nei verbali, come alle cose che in quella circostanza furono taciute. Un processo che si è concluso con la condanna dei colpevoli, degli esecutori e dei mandanti, ma che fa emergere una società al limite della schizofrenia. Accompagnati dalle musiche dei Dounia, Claudio Gioè e Donatella Finocchiaro interpretano i figli del giornalista e al contempo tutti gli altri personaggi del processo, assumendo di volta in volta le sembianze del killer, del commissario, dell’onorevole, della donna complice della mafia, dell’editore, del vecchio mafioso. Uno spettacolo per narrare tutta la ferocia della mafia, l’oltraggio irrisolto della sua violenza, la viltà dei complici. E soprattutto la rabbia dei sopravvissuti.

 

 

Domenica 15 febbraio ore 17

Vanessa Gravina  Edoardo Siravo

La Signorina Giulia

di August Strindberg

traduzione Franco Perrelli

con Vanessa Gravina, Edoardo Siravo e Simonetta Graziano

e con Gabriella Casali, Valeria Mafera, Lucia Bazzucchi, Chiara Esposito, Salvator Spagnolo

regia Armando Pugliese

coreografie Aurelio Gatti

scene Andrea Taddei

costumi Silvia Polidori

musiche Germano Mazzocchetti

produzione TSA Teatro Stabile d’Abruzzo

 

Nel testo del drammaturgo svedese August Strindberg, diretto sapientemente da Armando Pugliese ed interpretato da Vanessa Gravina, Edoardo Siravo e Simonetta Graziano, l’intreccio amoroso tra la contessina Giulia e il servo Jean diviene un pretesto per rappresentare la lotta cinica e spietata tra l’aristocrazia ormai in declino e i più poveri, pronti a tutto per impossessarsi del potere. Nella notte di San Giovanni, mentre il conte è assente e il popolo si da alla pazza gioia, la Signorina Giulia, eccitata, invita il servo Jean a ballare con lei. Un po’ seduttrice e un po’ sedotta, la donna finisce col cedergli. Jean pensa di approfittare della padroncina, ora diventata sua amante, per realizzare il sogno di diventare proprietario di un albergo di lusso e spinge Giulia a rubare la cassaforte del padre e a fuggire. Questo sarà il preludio della tragedia imminente.

La protagonista non si uccide fuori scena, come nel dramma di Strindberg, ma muore sulla scena lentamente ed inesorabilmente. La sua è una morte dell’anima; quella di una classe sociale che scompare, quella di una donna rassegnata a non trovare mai un’autentica corrispondenza d’affetti, né con i suoi pari, né con i suoi subalterni, perché vive soprattutto in lei questa impossibilità di amare.

 

 

Domenica 22 febbraio ore 17

Compagnia d’Operette La Belle Epoque

Il paese dei campanelli

di Carlo Lombardo e Virgilio Ranzato

con Dianora Marangoni, Franco Fornarelli, Annamaria Orsi, Vittorio Regina e Alessandro Tampieri

regia Cice Lombardo

maestro concertatore Giorgio Tazzari

orchestra e balletto La Belle Epoque

produzione La Belle Epoque

 

Protagonista dal 1982 nei maggiori teatri italiani con l’operetta – intesa non come “revival”, ma come una peculiare dimensione di spettacolo da mantenere viva – la Compagnia La Belle Epoque porta in scena un lavoro tra i più noti del suo genere. In un’isola di pescatori i campanelli delle case si mettono a suonare ogni qualvolta si consuma un amore extraconiugale. Un giorno sull’isola approda un’intera truppa militare e si scatena il finimondo: equivoci, amori, situazioni paradossali al tempo di…squillanti campanelli. Lo spettacolo si avvale di un cast di tutto rispetto, dove figurano il talento e la bellissima voce del soprano Dianora Marangoni, la professionalità della soubrette Annamaria Orsi, la bravura del tenore Franco Fornarelli, nonché di Vittorio Regina e Alessandro Tampieri. Un testo spumeggiante riproposto con brio e freschezza, nonostante la scrittura originale sia datata 1923. Un appuntamento da non perdere per chi ama l’operetta ed un’occasione unica per chi, invece, vuol scoprire il suo fascino.

 

 

Venerdì 6 marzo ore 21

Massimo Dapporto

I due gemelli veneziani

di Carlo Goldoni

con Massimo Dapporto, Alessandra Raichi, Giovanna Centamore, Antonio Meschini, Francesco Gusmitta, Umberto Bortolani, Marianna de Pinto, Carlo Ragone, Felice Casciano, Adriano Braidotti, Lamberto Consani

regia Antonio Calenda

scene Pierpaolo Bisleri

costumi Elena Mannini

ideazione luci Sergio Rossi

musiche Germano Mazzocchetti

produzione Noctivagus / Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia

 

Un capolavoro della scrittura comica, l'eccezionale virtuosismo sul classico tema dello sdoppiamento, l'incanto del gioco teatrale dei simili e degli opposti… Carlo Goldoni ne I due gemelli veneziani porta a livelli altissimi il teatro comico: lo fa usando le tecniche della drammaturgia settecentesca e la sapienza scenica di chi il teatro lo scrive ma sa anche "farlo", di chi impone agli attori una parte, ma solo dopo averla costruita sulle loro personali potenzialità e inclinazioni. Ne risulta una commedia che, dall’esordio nel 1747 ad oggi, non ha smesso di sorprendere e divertire, e non ha mai sofferto il peso del tempo.

In scena uno degli attori più versatili e completi che oggi può vantare la scena italiana, l’ottimo Massimo Dapporto. Maturo nell’espressività e al pieno della forma artistica, darà vita al paradosso di Zanetto e Tonino, giostrandosi con sicurezza fra i loro opposti caratteri e sintetizzando in un unico corpo il ruolo di antagonista e protagonista, comico e spalla.

I due gemelli, separati fin dall’infanzia, per uno scherzo del destino si ritrovano improvvisamente nella stessa città. Il primo è ricco e un po’ lento, il secondo, veloce e scaltro, è di contro poverissimo. Impossibile per chi li circonda – servi, amici, fidanzate – non confonderli e scambiarli, dando vita a un turbinio di equivoci, rivelazioni, follie.

 

 

 

 

Sabato 28 marzo ore 21

Franca Valeri

Serata d’onore (Carnet de notes 2008)

di e con Franca Valeri

e con la partecipazione di Pino Strabioli

a cura di Giuseppe Marini

produzione Società per Attori

 

Poche attrici italiane hanno saputo scandagliare l’animo femminile come lei. Sempre attenta alle trasformazioni sociali in atto, ai cambiamenti del costume e del gusto, Franca Valeri non si è mai risparmiata e, anzi, ha costruito la sua lunga e brillante carriera passando da un genere all’altro, dal teatro alla televisione, dalla radio al cinema, dalla recitazione alla regia, dal melodramma alla scrittura drammatica. Un omaggio festoso, dunque, quello che le tributa il Teatro Mancinelli.

 “Serata d’onore è uno spettacolo-recital che racchiude l'arco del mio cammino di lavoratrice del monologo", afferma la protagonista.

Uno spettacolo godibile e scorrevole con Pino Strabioli come gradevole compagno di viaggio.

 

 

 

 

 

FUORI PROGRAMMA

 

Giovedì 19 marzo ore 21

LUCA BARBAROSSA    NERI MARCORE’

Attenti a quei due

                                                                                    Un’amicizia nata da qualche anno tra due artisti che hanno molte passioni in comune: musica, cinema, teatro, letteratura, poesia, calcio e politica. Voglia di divertirsi e di divertire, di emozionare e di far conoscere al pubblico retroscena ed aneddoti dei loro rispettivi percorsi.

Canzoni, imitazioni, satira: ma anche voglia di approfondire temi che riguardano tutti. Si trae spunto dal nuovo disco di Luca “Via delle storie infinite” per iniziare un percorso fatto di musica e di parole. L’irruzione in scena di quei personaggi che fanno di Neri Marcorè uno degli attori più eclettici ed amati dal pubblico rendono questo recital assolutamente unico ed originale. Un continuo scambio di ruoli mostra i due artisti in una veste imprevedibile e sempre nuova; con ampio spazio all’improvvisazione.