Teatro Mancinelli Orvieto

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Stagione Teatrale 2004 2005 programma

Le 4 Stagioni

del Mancinelli

 

NarrAzioni

senza tempo

 

MigrAzioni

di memorie

 

AttrAzioni

in movimento

 

TentAzioni

in allegria 

 

 

 

 

NarrAzioni

senza tempo

 

Torna al Mancinelli il teatro classico, quello che percorre la tradizione con uno sguardo alla modernità, quello che trascende la dimensione temporale e meraviglia  per la  propria attualità. In programma un carnet di appuntamenti dove spiccano nomi di artisti di grande fama e dove non mancano giovani scoperte del teatro contemporaneo. Tra allestimenti di capolavori senza tempo e rivisitazioni di intramontabili testi del passato, la programmazione 2004/2005 attraversa così neorealismo e tragedia, surrealismo e “teatro della crudeltà”, commedia dell’arte  e commedia psicologica, riservando grande attenzione alle caratterizzazioni dei personaggi - rilette in alcuni casi in chiave paradossale e grottesca - e ai contenuti esistenziali dei testi, di spessore e valore universale.

 

 

 

Teatro Mancinelli

Sabato 2 ottobre ore 21.00 – Turno A

Domenica 3 ottobre ore 17.00 – Turno B

Luca De Filippo – Mariangela D’Abbraccio  

Napoli milionaria!

di Eduardo De Filippo

regia Francesco Rosi

con Luca De Filippo, Mariangela D’Abbraccio, Gigi Savoia, Tullio Del Matto, Isabella Salvato

scene e costumi Enrico Job

 

 

Fu questa la commedia che segnò la nascita del neorealismo in teatro. Lo stesso Eduardo attribuì al proprio testo quel valore di manifesto di una nuova arte, quel significato di rappresentazione poetica di un preciso momento storico. Messa in scena per la prima volta nel 1945 al Teatro San Carlo, “Napoli milionaria!” racconta di come gli orrori della guerra inevitabilmente conducano al decadimento morale e alla disgregazione sociale di un popolo. La commedia, profondamente moderna e di estrema attualità, esalta valori quali la famiglia, l’onestà e la solidarietà umana, valori che oggi come allora è necessario recuperare. E il messaggio di sfida, ancor più che di speranza, viene dalle ultime, emblematiche battute del protagonista Gennaro : “La guerra non è finita… Ha da passà a nuttata”. Proprio come Eduardo, anche il regista Francesco Rosi ha sempre affrontato con impegno civile e morale i grandi temi della nostra storia, ed è per questo che ha accettato con entusiasmo e trepidazione la richiesta di Luca De Filippo di curare la regia del nuovo allestimento.

 

 

Teatro Mancinelli

Sabato 16 ottobre ore 21.00 – Turno A

Domenica 17 ottobre ore 17.00 – Turno B

 

Glauco Mauri - Roberto Sturno 

Il Bugiardo

di Carlo Goldoni

regia Glauco Mauri

con Roberto Sturno, Glauco Mauri, Giulio Pizzirani, Federica Bonani, Daniele Griggio, Leonardo Petrillo, Chiara Andreis, Cristina Arnone, Mino Manni, Nicola Bortolotti, Natale Russo

scene e costumi Alessandro Camera

luci Gianni Grasso

 

 

Dopo il successo de “Il Volpone” di Ben Jonson, Glauco Mauri torna ad Orvieto con un capolavoro goldoniano, rappresentato per la prima volta nel 1750 ed entrato nei cartelloni delle migliori compagnie d’Europa già sul finire del XVIII secolo. La vicenda ruota attorno alle spiritose invenzioni del protagonista Lelio (interpretato da Roberto Sturno), vero artista della bugia dall’ingegno pronto e brillante. Alla stregua di un fertile narratore, egli spinge al massimo la potenza e la magia della parola fino a mutare l’andamento degli eventi. Sul fascino, ambiguo ma non per questo privo di poesia, che può nascondersi dietro l’invenzione delle bugie, Glauco Mauri si misura nuovamente nel doppio ruolo di regista ed interprete, vestendo questa volta i panni di Pantalone. Anche le scene dello spettacolo contribuiscono a creare quell’atmosfera di gioco e finzione che caratterizza tutta la commedia: sul filo della fantasia e del grottesco, l’originale ambientazione immaginaria, in cui si muovono curiose bici-gondole e piccole mongolfiere, diventa così la trasposizione visiva del carattere spiritoso e leggero dell’impenitente e ingegnoso bugiardo goldoniano.

 

 

Teatro Mancinelli

Sabato 6 novembre ore 21 – Turno A

Franco Oppini - Nini Salerno - Barbara Terrinoni

Bersagli di vetro – PRIMA NAZIONALE

di Nini Salerno

con Franco Oppini,  Nini Salerno, Barbara Terrinoni

regia Giovanni Lombardo Radice

scene Alessandro Chiti

costumi Teresa Acone

luci Stefano Pirandello

 

Amedeo è un cinquantenne divorziato che divide la casa con Giulio. Ma mentre il suo amico del cuore riesce abilmente a rapportarsi con l’altro sesso, collezionando avventure amorose, per Amedeo l’universo femminile resta enigmatico e inavvicinabile. Egli vi sosta ai margini, senza riuscire a penetrarvi davvero. Così, ansioso di entrare in possesso di una bussola salvatrice con cui orientarsi nella giungla delle schermaglie amorose, un giorno Amedeo chiede all’amico, professionista della seduzione, di fargli da maestro. Giulio però rifiuta di aiutarlo e ciò non fa altro che aumentare la disperazione di Amedeo che arriverà al punto di scegliere una soluzione drastica e quanto mai estrema… Sarà solo l’inizio di una grottesca messinscena in cui si alterneranno momenti drammatici a situazioni estremamente comiche. Una sorta di viaggio devastante all’interno dei sentimenti dei protagonisti, all’insegna del paradosso e dell’esasperazione. Lo spettacolo debutta al Teatro Mancinelli in prima nazionale.

 

 

Teatro Mancinelli

Domenica 14 novembre ore 18.00 – Turno B

 

Paolo Bonacelli  e Valeria Ciangottini

Victor o i bambini al potere – PRIMA NAZIONALE 

di Roger Vitrac

regia Mario Missiroli

con Paolo Bonacelli, Valeria Ciangottini, Armando De Ceccon, Paolo Meloni, Isella Orchis

scene Lorenzo Ghiglia

costumi Elena Mannini

 

Scritta da Roger Vitrac nel 1905 e messa in scena per la prima volta da Antonin Artaud nel 1928, “Victor o i bambini al potere” è forse, tra le commedie surrealiste, la più popolare che mantiene intatta ancora oggi tutta la sua forza corrosiva. Di questo lavoro, che avrebbe influenzato la produzione teatrale del ‘900, creando di fatto il cosiddetto “teatro della crudeltà”, l’autore disse: “Se vogliamo rappresentare la vita così com’è siamo costretti a barare… per raggiungere l’ideale verità surrealista dovremo riuscire a spogliarci del tatto e del senso della misura che falsano il realismo dell’arte”. Tatto e senso della misura di cui il protagonista Victor - bambino precoce ed impertinente - è del tutto privo. Con la sua infantile, ma tutt’altro che ingenua crudeltà, Victor è in grado di mettere in difficoltà le tacite connivenze e i comodi compromessi degli adulti, facendo esplodere la meschinità e l’incoerenza che regnano tra i rapporti di due coppie di sposi e dei loro bambini. Lo spaccato è prettamente borghese e l’ambientazione, scelta dal regista Missiroli, è quella delle atmosfere revival dell’epoca charleston di fine anni ’20.

 

Teatro Mancinelli

Venerdì 14 gennaio ore 21.00 – Turno A

 

Isa Danieli 

La visita della vecchia signora

di Friedrich Dürrenmatt

con Isa Danieli, Massimo Foschi, Virginia Da Brescia, Giuseppe De Rosa, Lombardo Fornara

regia Armando Pugliese

scene Bruno Buonincontri

costumi Silvia Polidori

musiche Pasquale Scialò

luci Cesare Accetta

produzione Gli Ipocriti e Mercadante Teatro Stabile di Napoli

 

Un atto di accusa verso una società corrotta che cede alle lusinghe del potere. Una “finta storia vera”, permeata di crudeltà, che lo stesso autore definì: “dramma crudele che proprio per questo deve essere rappresentato non crudelmente, ma nel modo più umano… anche con umorismo, poiché niente è più dannoso che un’ottusa serietà per questa commedia che finisce tragicamente”. L’interessante sfida di Dürrenmatt è stata accettata dal regista Armando Pugliese che ha utilizzato l’aspetto più grottesco dei numerosi personaggi che animano la vicenda, proprio per mettere in luce la tragedia dei significati. L’allestimento ha ricevuto dall’Associazione Nazionale Critici di Teatro il Premio della Critica 2003/2004 come migliore spettacolo della Stagione. Un premio importante ed ambito, meritato dalla regia per la ricchezza di riferimenti all’immaginario teatrale e cinematografico novecentesco; meritato dagli interpreti, tra cui spiccano Isa Danieli e Massimo Foschi; ma anche un premio meritato dalle scenografie, dai costumi e dalle musiche che colorano la messinscena di un tono acre, ma al tempo stesso leggero e quasi divertente, trasformando la tragedia in una sublime commedia dell’indifferenza.

 

 

 

Teatro Mancinelli

Venerdì 18 febbraio ore 21.00 – Turno B

 

Mariano Rigillo – Anna Teresa Rossini

Il Misantropo

di Molière

traduzione, adattamento e regia Roberto Guicciardini

con Mariano Rigillo, Anna Teresa Rossini, Edoardo Sylos Labini, Nicola D’Eramo, Liliana Massari, Mirella Mazzeranghi, Luciano D’Amico, Francesco Frangipane, Francesco Cutrupi, Luca Lamberti,

scene Piero Guicciardini

musiche Nicola Piovani

luci Luigi Ascione

 

Nel conflittuale rapporto di Alceste con la bella Celimene risiede il nucleo drammatico della commedia. La passione di Alceste per Celimene, che si reggeva su una sorta di attrazione degli opposti e che di questa si alimentava, sfocia bruscamente in una via di non ritorno. Così Alceste scopre la propria solitudine e si accomoda nella sfera dell’autoemarginazione, con l’illusione di preservarsi dal contagio del mondo. Neppure Filinte, messaggero di un’accorta diplomazia del vivere, riesce ad intaccare l’intransigenza di Alceste. Né può soccorrerlo Arsinoè dagli appetiti insoddisfatti, aliena da un vero sentimento amoroso esattamente come Celimene, né Eliante la cui apparente disponibilità non demorde dal freddo calcolo delle opportunità. Alceste si rinserra nel proprio antisociale egocentrismo, rischiando la follia di una vita in solitudine, mentre Celimene, assillata da quattro amanti e disposta ad inventarsene sempre di nuovi, danza beffarda, tanto più frivola e leggera, quanto più avverte la corrosione del tempo. Nelle incaponite enunciazioni, nelle collere improvvise, nel latente rancore di Alceste, è lecito avvertire un riflesso delle sofferte traversie dell’autore Molière. Anche per questo Alceste ci appare profondamente umano, di un’intensa drammaticità e di un’incredibile contemporaneità.

 

 

Teatro Mancinelli

Sabato 19 febbraio ore 21.00 – Turno A

Domenica 20 febbraio ore 17.00 – Turno B

 

Piccolo Teatro di Milano

Il Grigio 

di Giorgio Gaber e Sandro Luporini

regia Serena Sinigaglia

con Fausto Russo Alesi, Carlo Cialdo Capelli (pianoforte) e Corrado “Dado” Sezzi (percussioni) scene Giorgio Gaber e Daniele Spisa

musiche Carlo Cialdo Capelli

produzione Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa

in collaborazione con Associazione Culturale Giorgio Gaber

 

Il Grigio è stato tra gli spettacoli di Gaber più amati ed applauditi dal pubblico. Uno spettacolo dove non ci sono canzoni, ma che l’artista considerava il più musicale di tutti. La storia è quella di un uomo che decide di ritirarsi in solitudine per vivere in un’asettica casa di campagna. Ma la scoperta di un astuto topo che lo sta spiando dà il via ad una lotta senza quartiere: i tentativi di catturare l’intruso con metodi tradizionali falliscono e così il protagonista si vede costretto dal proprio nemico a dover riflettere su tutte le scelte passate, affettive e morali, in un percorso a ritroso all’interno del proprio essere. In un crescendo in cui si alternano sarcastica lucidità, momenti di abbandono e irresistibile comicità, l’egocentrismo iniziale viene superato, infine, attraverso la consapevolezza: il topo è il grigio, è il dubbio, ma è un nemico necessario e conviverci significa saper convivere con se stessi e con gli altri. Lo straordinario testo, ormai parte della storia del nostro teatro, si confronta per la prima volta con le sensibilità artistiche di due giovani scoperte del teatro italiano: il trentenne palermitano Fausto Russo Alesi, attore premiato dalla Critica Teatrale e dal Premio Ubu 2002, e la regista milanese sua coetanea, Serena Sinigaglia.

 

 

Teatro Mancinelli

Martedì 12 aprile ore 21.00 – Turno A

 

Toni Servillo – Anna Bonaiuto

Sabato, domenica e lunedì

di Eduardo De Filippo

regia Toni Servillo

con Toni Servillo, Anna Bonaiuto, Gigio Morra, Alessandra D’Elia, Vincenzo Ferrera, Enrico Ianniello, Monica Nappo, Betty Pedrazzi, Tony Laudadio, Marcello Romolo, Francesco Silvestri, Mariella Lo Sardo, Salvatore Cantalupo, Ginestra Paladino, Antonello Cossia, Antonio Marfella

scene Toni Servillo, Daniele Spisa

costumi Ortensia De Francesco

luci Pasquale Mari

 

Lo spettacolo, alla sua terza edizione di repliche, prosegue la tournée dopo lo straordinario successo riscosso nella scorsa stagione teatrale. Anche in fatto di premi vinti, l’allestimento ha superato ogni record: dal Premio Ubu 2002/2003 (come migliore spettacolo, migliore regia, migliore attrice protagonista e migliore attore non protagonista) a quello ETI; dal Premio Histrio al Premio Flaiano e ancora un riconoscimento da parte dell’Associazione Nazionale della Critica. Un grandioso successo reso possibile dall’incontro tra una regia particolarmente sensibile ed attenta da un lato ed un cast di attori a dir poco straordinari dall’altro. Il regista Servillo (qui anche attore nei panni di Peppino), nel rileggere il capolavoro di Eduardo, ha dato vita ad un’opera corale di straordinario impatto emotivo. La storia è quella di una famiglia napoletana in cui convivono tre generazioni diverse nel cruciale momento storico del boom economico. Con l’affacciarsi di nuovi bisogni e di nuove mode, crescerà l’euforia ma aumenteranno anche la confusione e i mille disagi… A metà strada tra l’intimismo di Checov e la drammaticità di Strindberg, la tragedia privilegia i temi della rabbia e punta tutto sull’immediatezza espressiva, suggerita anche dall’efficace scrittura drammaturgica del grande Eduardo.

 

 

 

 

                       Venti Ascensionali Teatro

 

 

MigrAzioni 

di memorie

 

 

In collaborazione con Laboratorio Teatro Orvieto CTA

 

Migrano le genti come gli uccelli in volo, verso luoghi che promettono una vita meno dura. E migrano i pensieri, rincorrendo ricordi e vissuti, lungo i percorsi sconosciuti e impervi della Memoria, madre e figlia del nostro presente. Migrazioni di massa, come quelle dei minatori italiani in Belgio o quelle dei braccianti che abbandonarono le campagne. E migrazioni di memorie, alcune  ancestrali e collettive, altre individuali, appartenenti alle esperienze di ciascuno. A raccontare tutto ciò, tra poesia e brutalità, è il cartellone dedicato al teatro civile, aperto all’innovazione e impegnato nella realtà. Migrerà anche il pubblico, spostandosi da uno spazio all’altro – tra Teatro Mancinelli e Sala del Carmine, tra platea e palcoscenico – dove gli spettacoli verranno allestiti alternativamente, a seconda delle esigenze tecniche ed artistiche delle singole compagnie.

 

 

 

Sala del Carmine

Domenica 24 ottobre ore 21

 

Braccianti. La memoria che resta

liberamente ispirato a “La memoria che resta. Vissuto quotidiano, mito e storia dei braccianti del basso Tavoliere”

a cura di G. Rinaldi e P. Sobrero

di e con Enrico Messina e Micaela Sapienza

disegno luci Francesco Collinelli

progetto e coordinamento Enrico Messina, Federico Toni, Giovanni Rinaldi

produzione Armamaxa

 

Uno spettacolo di grande intensità. Un viaggio nel passato e nel sudore di quei contadini che, dall’inizio del ‘900 e fino a tutta la metà del secolo, si ribellarono alle umilianti condizioni di lavoro cui erano costretti. Lo spettacolo ripercorre la quotidianità di quelle lotte e di quelle sofferenze, l’occupazione delle terre, le vicende della riforma agraria.  Attraverso una struttura narrativa fatta di parole, coreografie e gesti -  supportata da fotografie proiettate sullo sfondo e da rumori che evocano immagini - la voce di quei braccianti di ieri sembra quasi cronaca d’attualità. Più che solo uno spettacolo teatrale, “Braccianti”  nasce infatti come progetto artistico e sociale che invita a riflettere su temi quali lo sfruttamento, la povertà e i diritti umani. Accompagnerà lo spettacolo una mostra audio-fotografica con i materiali d’archivio del progetto.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Sala del Carmine

Venerdì 12 novembre ore 21

 

Italiani Cìncali!  parte prima: minatori in Belgio 

di Nicola Bonazzi e Mario Perrotta

diretto e interpretato da Mario Perrotta

voci amichevolmente registrate da Peppe Barra, Ferdinando Bruni, Ascanio Celestini, Laura Curino, Elio de Capitani

produzione Compagnia del Teatro dell’Argine/Itc Teatro di San Lazzaro

 

In un crescendo emotivo di sconvolgente spessore, il toccante monologo di Mario Perrotta racconta il dolore, la fatica e la disperazione di quei minatori italiani che alla fine della seconda guerra mondiale si videro costretti ad emigrare in Belgio per poter trovare un posto di lavoro. Cìncali venivano chiamati in Svizzera i nostri connazionali, alludendo forse alla parola “zingari” o magari riferendosi, in ogni caso sempre in senso spregiativo, ad una storpiatura della parola cinq, usata dagli emigranti padani nel gioco della morra.  Lo spettacolo, duro e poetico allo stesso tempo, nasce da oltre un anno di indagini storiche e di interviste dirette, raccolte in tutto il sud ed il nord-est d’Italia. Un lavoro di alto valore civile e di straordinaria interpretazione, che ha fatto meritare ai suoi autori la consegna di una targa commemorativa da parte della Camera dei Deputati, per aver “ricostruito con assoluta fedeltà una parte della nostra storia che non possiamo dimenticare”.

 

 

 

Sala del Carmine

Sabato 20 novembre ore 21

 

Zero spaccato

di e con Leonardo Capuano

produzione Compagnia Leonardo Capuano - Renata Palminiello – Benvenuti srl - Armunia

 

In quel preciso momento in cui la vita giunge alla fine, quando il corpo non è più e l’anima se ne sta per tornare da dove era venuta, allo spirito restano solo pochi istanti per raccontare la vita di quell’involucro che l’ha portato dentro di sè. I ricordi, le paure, i calci in faccia, le volgarità e le risate, quanti  pensieri tornano alla memoria. E’ il ballo della vita che contiene il pianto e l’amarezza, ma anche l’amore e la bellezza. Una danza che dura fino al crepuscolo, fino al momento in cui il giorno diventa notte: allora il ricordo non fa più male e da lontano, senza più nulla dentro, si può vedere per l’ultima volta se stessi, come si era e come non si è più.

Lo spettacolo nasce dalla coproduzione tra la compagnia Armunia, fondata da Alessandro Benvenuti allo scopo di dare un’opportunità in più a quegli autori contemporanei che vogliono creare e rappresentare i propri spettacoli nel difficoltoso circuito nazionale,  e la compagnia di Leonardo Capuano, autore ed interprete di “Zero spaccato”.

 

 

 

Teatro Mancinelli 

Domenica 21 novembre ore 21.00

 

Alessandro Benvenuti

Come due gocce d’acqua

scritto e diretto da Alessandro Benvenuti

con Alessandro Benvenuti e Gianni Pellegrino

musiche originali Patrizio Fariselli

 

Fausto, elettricista toscano apparentemente tranquillo, e Saraceno, logorroico macchinista d’origine calabrese, sembrano non avere nulla in comune: l’esatto contrario di due gocce d’acqua. Ma il caso li ha messi assieme costringendoli a lavorare fianco a fianco in un teatro, impegnati a montare per un giorno intero la scena di uno spettacolo. Sul filo di una suspence minimalista ma avvincente, prende vita un duello occulto che segue le regole precisate di un thriller: tutto ha inizio quando nella mente di Fausto torna improvvisamente un ricordo rimosso che si svelerà solo nella soluzione finale. Un pensiero che diventerà elemento destabilizzante, quasi un ossessivo flash-back che offrirà spunto per allucinazioni, e alla fine si trasformerà in gioco crudele ai danni di Saraceno da parte di Fausto. “Come due gocce d’acqua” si articola in un crescendo calcolato di indizi e sospetti, un intreccio di piste inquietanti che emergono dal passato dei due protagonisti, schegge di un mistero che fanno intuire, tra i due, molte più cose in comune di quanto possa sembrare all’inizio. Solo la conclusione completerà il disegno del puzzle, rivelando i contorni di un terribile dramma umano.

 

 

 

Sala del Carmine

Sabato 27 novembre ore 21

 

Centro Servizi Spettacoli di Udine

Giulio Cesare

da Giulio Cesare di William Shakespeare

con Paolo Mazzarelli, Tommaso Banfi, Fabio Monti, Lino Musella, Valeria Sacco

adattamento e regia Paolo Mazzarelli

assistenza registica Francesca Marconi, Chiara Bellosi

assistenza drammaturgica Alessia Todeschini

produzione CSS Teatro Stabile di Innovazione del FVG in collaborazione con Armonia Festival Costa degli Etruschi

 

 

Che cosa succede nella Roma di Giulio Cesare, in quello che si avvia a diventare l’Impero Romano? Sei personaggi: Bruto, Cassio, Casca, Antonio, Porzia e un uomo del popolo, si rivelano nient’altro che dei giovani uomini e delle giovani donne in crisi con il proprio tempo, ugualmente impegnati a combattere, ad amare, ad uccidere, a sopravvivere, seppure ognuno secondo il proprio punto di vista. Lo spettacolo non si svolge in un’ambientazione di epoca romana, poiché il regista ha preferito collocare i sei personaggi in uno spazio astratto, in una dimensione volutamente fuori del tempo. Così non suona strano, né anacronistico, che in certi momenti nevralgici dello spettacolo, nel testo shakespeariano siano stati inseriti alcuni brevi estratti dei comunicati del subcomandante Marcos.  E’ il caso del discorso di Bruto – che in realtà è interamente un discorso di Marcos – e il fatto che i materiali zapatisti non siano facilmente distinguibili da quelli di Shakespeare, non vuol far altro che sottolineare come le domande e le risposte delle guerre e delle ribellioni  siano in fondo sempre le stesse.

 

 

 

 

Sala del Carmine

Martedì 14 dicembre ore 21

 

Sud Costa Occidentale

La Scimia

liberamente ispirato a “Le due zitelle” di Tommaso Landolfi

regia Emma Dante

elaborazione del testo Elena Stancanelli

con Gabriele Benedetti, Gaetano Bruno, Sabino Civilleri, Manuela Lo Sicco, Valentina Picello

scene Mela Dell’Erba

luci Tommaso Rossi

produzione CRT/Biennale di Venezia/Teatro Garibaldi di Palermo/Sud Costa Occidentale

 

Protagonisti dello spettacolo sono due zitelle, due preti, una serva di casa ed una scimmia, creatura misteriosa che per aver compiuto un atto sacrilego dovrà essere processata e condannata dalla coppia di preti. Una vicenda fantastica e paradossale che narra di una sessualità punita e annientata, di una femminilità scaduta e inavvicinabile. La storia è quella di di due zitelle che vivono rinchiuse in una casa dalle stanze che odorano di muffa, dove solo di rado si aprono le porte per poi richiuderle immediatamente, mentre dal giardino sale il profumo degli eucalipti assieme al sentore eterno del vicino monastero. Il lavoro registico della giovane palermitana Emma Dante si ispira ad uno dei più famosi romanzi di Landolfi, autore che secondo la Dante merita di essere conosciuto di più,  per  la sua vocazione al fantastico, per il suo linguaggio straordinario che non racconta semplicemente storie, ma piuttosto costruisce mitologie, e per i suoi paesaggi letterari,  a dir poco fantascientifici, sempre in grado di stupire e meravigliare.

 

 

 

Teatro Mancinelli (palcoscenico)

Mercoledì 15 dicembre ore 21

 

Sud Costa Occidentale

Vita mia

scritto e diretto da Emma Dante

con Enzo Di Michele, Giacomo Guarneri, Ersilia Lombardo, Alessio Piazza

luci Cristian Zucaro

 

La compagnia Sud Costa  Occidentale torna al Mancinelli con un nuovo lavoro di Emma Dante, la giovane autrice e regista, considerata recentemente tra le più interessanti scoperte del panorama teatrale contemporaneo. Il suo è un teatro autentico e ancestrale, un teatro in grado di lasciare gli spettatori ammaliati ed esterrefatti di fronte a tanta poesia frammista a brutalità. “Vita mia” è il suo ultimo spettacolo, è una veglia, un viaggio nel tempo e nello spazio di una stanza vuota, con un solo letto al centro. Gaspare, Uccio e Chicco sono tre fratelli, tutti giovani, sani e belli. La madre se li guarda uno ad uno, quei tre maschi di casa, e non può credere che uno di loro presto dovrà occupare quel letto in mezzo alla stanza. “Vita mia” è una corsa attorno a quel letto, il tentativo disperato e folle di ritardare, fino allo stremo delle forze, quell’ultimo giro prima della morte, prima che il letto diventi una nave di pietra e la stanza il mare che risucchia e sparisce.

 

 

 

 

Sala del Carmine

Sabato 18 dicembre ore 21

 

L’Asino albino

di e con Andrea Cosentino

regia Andrea Virgilio Franceschi 

collaborazione artistica Valentina Giacchetti 

primo spettatore Antonio Silvagni 

oggetti scenici Ivan Medici

progetto Mara'Samort / Cooperativa Teatrale Lanciavicchio

 

La storia prende spunto da un ipotetico giro turistico nell’isola dell’Asinara. In scena un solo attore, il bravissimo Andrea Cosentino, abilissimo nel moltiplicarsi in tanti personaggi. Soggetti scriteriati entrano in scena, figure grottesche, delimitate appena da una sigaretta, da un paio di occhiali, un dialetto, una fotografia, un luogo comune. Tra macchiette e travestimenti, Cosentino si appropria con disinvoltura delle tecniche affabulatorie ed entusiasma il pubblico con la sua comicità colta e graffiante, diretta e paradossale. E il gruppo di turisti va alla ricerca del famigerato asino albino, specie in via d’estinzione e dalle origini misteriose… Lo spettacolo si struttura così intorno alla visita guidata che, obbligando a passare accanto ai resti della storia, consente anche di fare i conti con la propria storia e con la propria natura, accettando il rischio di scoprirsi completamente estranei a se stessi. Frattanto si svelano e si raccontano altre storie legate all’isola, come quella di uno dei tanti brigatisti che lì  furono rinchiusi all’interno di quello che fu il carcere di massima sicurezza...

 

  

 

 

AttrAzioni

in movimento

 

Ballerini illusionisti ed agili acrobati esplorano lo spazio oltre le possibilità corporee, atleti e artisti di strada si elevano  verso il cielo sfidando la forza di gravità,  danzatrici di buto fluttuano  nell’etere trasformando i propri corpi in pura energia. Difficile descrivere,con le sole parole, forme espressive che vivono di movimento e che arrivano direttamente al cuore e agli occhi del pubblico, senza nemmeno passare per la mente e la ragione. Molto meglio seguire dal vivo e lasciarsi coinvolgere emotivamente dai giochi di luce, dai corpi e dalle coreografie che promettono magiche atmosfere, all’insegna della spettacolarità e della fantasia.

 

 

Sabato 23 ottobre ore 17

Fuori abbonamento

 

Le Cirque du Soleil

Saltimbanco

(Trasferta a Roma in pullman con partenza da Orvieto alle ore 14,00 dal parcheggio della Funicolare e ritorno previsto per le ore 21,30 circa– Solo su prenotazione)

 

La Compagnia Cinque de Soleil arriverà a Roma in ottobre per festeggiare i suoi vent'anni di attività. Fondata a Quebec nel 1984 da Guy Laliberté, ex suonatore di fisarmonica, trampoliere e mangiafuoco, la piccola compagnia di artisti di strada si è trasformata nel più grande team specializzato al mondo, riuscendo ad elevare l'arte circense all'altezza delle maggiori discipline artistiche. È l'unico circo a non far uso di animali e sarà straordinariamente a Roma per stupire ed affascinare il pubblico italiano con numeri acrobatici spettacolari di altissimo livello artistico. Uno spettacolo raffinato e popolare basato su una prodigiosa abilità ginnica che suscita forti emozioni tra gli spettatori. Tecniche acrobatiche di alto livello, grande precisione sia dal punto di vista coreografico che individuale e sincronismo perfetto nell'alternanza dei vari esercizi, sono le caratteristiche che accomunano i vari numeri.  L'acrobazia, la giocoleria e la clownerie del vecchio circo si fondono con il teatro, il mimo, la danza, in un allestimento realizzato con strumenti di alta tecnologia, tra pirotecnici disegni di luci e straordinarie macchine sceniche.

 

 

 

Teatro Mancinelli

Martedì 25 gennaio ore 21

Mercoledì 26 gennaio ore 21

 

Momix

Sun  flower moon

di Moses Pendleton

con i ballerini illusionisti della Compagnia Momix

 

Un universo misterioso, dove gli astri diventano fiori, i fiori si trasformano in stelle e una luna sexy accende la notte, è l’omaggio che la compagnia Momix offre al pubblico in occasione del suo venticinquesimo anno di attività. Il nuovo spettacolo dei Momix arriverà ad Orvieto pochi giorni dopo il debutto in Prima mondiale, previsto per il prossimo 6 gennaio a Philadelphia. Sarà un evento esclusivo per l’Umbria, che riserverà innumerevoli ed intense emozioni al pubblico del Teatro Mancinelli. Solo poche anticipazioni per un allestimento che è ancora in fase creativa, e che promette atmosfere evocative e fantasie luminescenti: quasi un caleidoscopio di immagini surreali e magiche che nascono dalla fantasia e dall’abilità del coreografo e mago  illusionista Moses Pendleton, capace di utilizzare in modo originale e sempre innovativo, attrezzi e giochi di luce, corpi umani e innovative tecniche teatrali.

 

 

Teatro Mancinelli

Sabato 12 febbraio ore 21

 

Kataklò Athletic Dance Theatre

UP verticali energie

coreografie Giulia Staccioli

assistente coreografie Paola Corio Kahler 

sound e light designer Andrea Zorzi

con      Davide Agostani, Paolo Bucci, Ilaria Cavagna, Maurizio Colucci, Tiziana Di Pilato,

Matteo Ferretti, Irene Germini, Valentina Marino, Daniela Vergani, Marco Zanotti

costumi Brunella Cosenza

movimenti di scena Michele Maggioni

direzione artistica Giulia Staccioli e Andrea Zorzi

 

Provenienti dal mondo dell’atletica, i Kataklò lavorano insieme dal ’95, da quando la campionessa di ginnastica ritmica Giulia Staccioli e il famoso campione mondiale di pallavolo Andrea Zorzi decisero di creare una compagnia teatrale di atleti-danzatori. Inizialmente composta da sette atleti olimpionici, oggi Kataklò conta diciotto atleti-ballerini di altissimo livello che, finalmente liberi dai vincoli della competizione, esplorano con entusiasmo e grande preparazione fisica le infinite possibilità espressive della danza. Tema del nuovo spettacolo è il rapporto tra l’uomo e la montagna, non solo nell’aspetto della sfida, della conquista della vetta – con una serie di quadri dove sono protagonisti corde, imbracature e scii – ma anche con suggestive coreografie che rimandano a “verticali energie” meno atletiche e più spirituali, legate ad una fisicità che si fa più eterea nell’incontro con la natura, tra fiori, alberi e cristalli di ghiaccio.



 

Teatro Mancinelli

Sabato 5 marzo ore 21

 

RBR Dance Company

Cubico

coreografie Cristiano Fagioli

assistenza coreografie Cristina Ledri

con gli atleti-ballerini di RBR Dance Company

 

Un ensemble di sei danzatori, guidati dal coreografo Cristiano Fagioli, danno vita ad un universo affascinante ed effimero in cui gli atleti-ballerini sperimentano composizioni geometriche, compongono ingranaggi di corpi, si rincorrono per fondersi in forme fantasiose. Tra immagini futuriste e quadri tratteggiati dal preziosismo del dettaglio, si inseriscono gli elaborati giochi di improvvisazione degli atletici danzatori. La ricerca di linearità e la plasticità delle figure caratterizzano l’atmosfera di questo spettacolo animato da strane creature dall’apparenza antropomorfa. Anche la messinscena, dai colori sgargianti ed evocativi, assieme alle musiche coinvolgenti che propongono ritmi etnici e inedite contaminazioni, contribuiscono a creare un vortice di positive energie dove i corpi si intrecciano e si separano, dando vita a flussi ininterrotti di danza.

 

 

 

 

 

Teatro Mancinelli

Venerdì 18 marzo ore 21

 

Ariadone

Zarathoustra

coreografie Carlotta Ikeda e Ko Murobushi

con  le danzatrici Buto della compagnia Ariadone

 

L’arte danzata di Carlotta Ikeda torna più voluttuosa ed animalesca che mai, per sorprendere e conquistare il pubblico del Mancinelli. L’unica compagnia al mondo di danza Buto esclusivamente femminile torna infatti in Italia dopo i successo de Il linguaggio della Sfinge, applaudito anche ad Orvieto nella Stagione 94/95. Carlotta Ikeda e Ko Murobushi, fondatori della compagnia Ariadone, hanno fatto conoscere in Europa la loro lettura del Buto, nei primi anni ’80, con lo spettacolo “Zarathoustra”. Quest’opera è diventata un importante punto di riferimento per la forza, l’energia, la violenza e l’impetuosità di una danza, dai richiami sia d’origine orientale che occidentale. Una danza che ha arricchito il panorama coreografico occidentale scoprendo un altro linguaggio.

Come l’opera di Nietzsche a cui si ispira il titolo dello spettacolo, Zarathoustra è un corpo sospeso tra Oriente e Occidente. E’ liberazione del corpo, è filosofia positiva, è trionfo di gioia e riso, di piacere e godimento. Ricreare Zarathoustra oggi, a venti anni di distanza, significa trasmettere l’energia del Buto al di là della generazione che lo fece nascere.

 

 

TentAzioni

 in allegria

 

In collaborazione con Laboratorio Teatro Orvieto CTA

 

E’ intessuto di musica e di risate il sottile fil rouge che lega i sette appuntamenti di questa rassegna, come ogni anno dedicata alla comicità e all’ironia.

Il cartellone propone band e improbabili orchestrine che hanno fatto della comicità la propria ragione di fare musica, ma anche artisti della risata che si muovono con disinvoltura tra gag paradossali e clownerie, tra umorismo graffiante e comicità dai risvolti surreali. Alcuni spettacoli si terranno al Teatro Mancinelli, altri alla Sala del Carmine, proseguendo una tradizione ormai consolidata già sperimentata con successo nelle scorse stagioni teatrali.

 

 

 

 

Teatro Mancinelli

Anteprima TentAzioni in allegria

Sabato 4 dicembre ore 21 - Fuori abbonamento

 

Enrico Brignano

Non sia mai viene qualcuno

 

Lui è ormai affezionatissimo al teatro di Orvieto e al suo pubblico. Torna puntualmente ogni anno (e qualche volta anche due volte all’anno) e gli spettatori lo ripagano con l’entusiasmo e la risata pronta che solo la sua esilarante comicità è in grado di scatenare. Nessuna anticipazione per quella che sarà la sorpresa di fine anno per il teatro comico, e certamente un  one man show che registrerà il tutto esaurito.

Lo spettacolo di Brignano rappresenta l’anteprima della rassegna di teatro comico “TentAzioni in allegria”.

 

 

 

 

Teatro Mancinelli

FUORI ABBONAMENTO

Sabato 29 gennaio ore 21.00

Domenica 30 gennaio ore 17.00

 

Concha Bonita

Libretto di Alfredo Arias e Renè De Ceccatty

Regia Alfredo Arias

Musiche e arrangiamenti Nicola Piovani

 

Una pièce in cinque atti, interamente cantata e con musiche del maestro Nicola Piovani eseguite dal vivo da un’orchestra di nove elementi. L’inedito spettacolo musicale arriverà ad Orvieto in esclusiva per l’Umbria. Un evento raro e straordinario, anche perché sarà proposto solo in poche altre tre città italiane, dopo i grandi successi già collezionati a Parigi e in altre città europee. Si tratta di un insolito spettacolo, a metà tra la fiaba e la commedia. Un divertissement che, sulla scia di un concerto recitato, affronta il delicato tema della sessualità e dell’omosessualità, attraverso un variegato percorso musicale: dal rock al tango, dal melodramma alla rumba, dalla zarzuela al mambo. L’avvincente trama, ricca di colpi di scena, racconta le vicende della protagonista Concha, una vistosa signora di Buenos Aires il cui nome era un tempo Pablo…

 

 

 

 

 

Sala del Carmine

Sabato 5 febbraio ore 21

 

Mabò Band e Valter Rado

Note nella tempesta

con la partecipazione di Valter Rado

con Fabrizio Palazzetti, Amilcare Pompei, Renzo Stizza, Andrea Sgariglia

 

Lo spettacolo rilegge in chiave moderna la tragedia classica di un’orchestra formata dai quattro elementi di Mabò Band e da un vero musicista. A dirigere l’improbabile orchestra è Valter Rado. I musicisti sono: il carismatico Fabrizio classe ’65, Renzo nato nel 67, sax contralto e leader indiscusso del gruppo, il trombonista Amilcare classe ’68. E infine il più giovane, il sax Charlie del ’69. Nel ’93 sono stati per ben quattordici puntate i pupilli del salotto di Maurizio Costanzo. Da lì il grande salto: grazie alla loro comicità e ad un linguaggio mimico e musicale che non conosce frontiere hanno intrapreso tournée che li ha portati dalla Germania al Canada, dalla Grecia al Giappone, dalla Francia agli Stati Uniti. In molti hanno cercato di imitarli, ma loro restano unici e inconfondibili, i loro spettacoli travolgono, ti impongono il ritmo e scatenano l’allegria. E’ così che nasce la mabomania, una moda che dilaga e che non poteva non fare tappa ad Orvieto.

 

 

 

 

 

 

Teatro Mancinelli

Domenica 6 febbraio ore 21

 

Banda Osiris e Eugenio Allegri

L’ultimo suonatore

liberamente tratto da “Tingeltangel” di Karl Valentin

scritto, diretto e interpretato da Banda Osiris e Eugenio Allegri

 

 

Tutto nasce dal fortunato incontro tra la Banda Osiris - orchestra di prim’ordine composta da quattro polistrumentisti capaci di avventurarsi con abilità ed ironia in tutti i generi musicali - e lo scatenatissimo clown, nonché attore ed affabulatore di talento, Eugenio Allegri. Un connubio vincente da cui ha preso vita “L’ultimo suonatore”, divertente spettacolo, ispirato ad un classico del grande Karl Valentin dal titolo “Tingeltangel”, dove un dispotico direttore cerca invano di ricondurre all’ordine un’anarchica, ribelle e capricciosa orchestrina. Dedicato al geniale artista bavarese degli anni ’20 che inventò il cabaret - quel Valentin che persino Brecht considerava suo maestro paragonandone il talento a quello di Chaplin - “L’ultimo suonatore” offre un’ora e quaranta minuti di puro divertimento tra sonorità demenziali, comicità bizzarre, freddure esilaranti e surreali nonsense.

 

 

 

 

 

 

 

Teatro Mancinelli

Sabato 26 febbraio ore 21

 

Compagnia Donati & Olesen

Salti mortali

di Giorgio Donati, Jacob Olesen, Giovanna Mori, Iaon Gunn

con Giorgio Donati, Jacob Olesen e Iaon Gunn

regia Giovanna Mori

scene Isabelle Fordin

collaborazione musicale Giraldi e Rossi

 

Una comicità raffinata, caratterizzata da surrealismo clownesco e da grottesco umorismo. Quello di Donati & Olesen è un sodalizio artistico di vecchia data, nato nel 1981 alla scuola di teatro di Jacques Lecoq, e cresciuto nel tempo sviluppando un proprio, inconfondibile genere, basato sul paradosso e sull’uso promiscuo di musica, mimo e  recitazione… La storia è quella di tre strani figuri, aspiranti suicidi, che s’incontrano nel momento cruciale e decidono di affrontare insieme l’ultimo “salto mortale”. Ma l’impresa non si rivela delle più semplici e i vari tentativi per togliersi la vita falliscono, uno dopo l’altro, in modo irresistibilmente comico e grottesco. Così l’organizzazione del suicidio collettivo si trasforma in una specie di esorcismo dai risvolti esilaranti, quasi un rito apotropaico che utilizza la comicità per allontanare l’ombra della morte. E’ la forza dell’umorismo travolgente e dell’ironia al limite del paradosso, che trasformerà il tema della solitudine e della morte in un inno alla vita.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Sala del Carmine

Sabato 2 aprile ore 21

 

Orkestra Zbylenka
Festival di festival

scritto e diretto da  Orchestra Zbylenka

con  Fabio Koryu Calabrò, Beppe Boron, Sandro Di Pisa, Gilberto Tarocco

 

Quattro simpatici trasformisti-suonatori si cimentano in gustosissime gag, a metà strada tra cabaret e musica, tra circo e teatro. Partendo dal presupposto che la musica è soprattutto  comunicazione e contaminazione di generi, i quattro scatenati componenti della band hanno messo in scena “Festival di festival”, ovvero una virtuale rassegna internazionale di musica etnica, in cui artisti di tutto il mondo si alternano presentando sonorità della propria terra. Di volta in volta gli attori-musicanti presenteranno esecuzioni musicali, non sempre convenzionali, alternando improbabili strumenti a repentini travestimenti. Si comincerà con l’Orchestra Zbylenka e i suoi  eccezionali interpreti di tradizione balcanica. Quindi sarà la volta della band messicana Los Bilencos e a seguire The Sbee Lenk Quartet, formazione italo-americana che, in uno strano linguaggio siculo-statunitense, propone un repertorio jazz-blues-partenopeo di grande effetto. E poi ancora l’Orchestre Sbilenque da Parigi, fino al godibilissimo finale con la divertente incursione in chiave comica tra le canzoni più celebri della Grande Guerra.

 

 

 

 

 

Sala del Carmine

Sabato 9 aprile ore 21

 

Microband

Woom woom woom

scritto e diretto da  Microband

con Luca Domenicali e Danilo Maggio

 

Uno spettacolo in grado di contagiare il pubblico in una sorta di “ebbrezza travolgente, dove persino l’impossibile può diventare possibile”. Con queste parole è stato recensito dalla stampa tedesca il nuovo lavoro di Microband, spettacolo che raccoglie il meglio di oltre quindici anni della produzione teatrale di questo originale e coinvolgente duo, scoperto da Renzo Arbore negli anni ‘80. Un lavoro in cui il virtuosismo e la comicità travolgente dei due musicisti danno alla performance un ritmo vertiginoso e un dinamismo funambolico, mescolando generi musicali tra i più diversi, dal rock a Bach e Beethoven , da Bob Marley a Paolo Conte, passando per il folklore greco e per  i tradizionali canti di montagna. Quasi un luna-park vocale e strumentale dai connotati universali, quello di questa band che, dopo aver riscosso successi e ricevuto premi in numerosi palcoscenici europei, recentemente è arrivata a conquistare persino il pubblico del Giappone.

 

 

 

 

Teatro Mancinelli

Mercoledì 27 aprile ore 21

 

Antonio Cornacchione

Povero Silvio

di Antonio Cornacchine e Marco Posani

regia Giorgio Donati

 

Il nuovo fenomeno Antonio Cornacchione chiuderà la rassegna “Tentazioni in allegria” con un divertente spettacolo di satira politica. L’attore comico, ormai noto a tutti attraverso le trasmissioni televisive “Zelig” e “Che tempo fa”, nacque in realtà come disegnatore di fumetti per Topolino e Tiramolla. Ma nel suo destino era già scritto che presto avrebbe cambiato mestiere: dalla matita passò con fulminante successo al palcoscenico del prestigioso Zelig di Milano nel ’91 e l’anno seguente ottenne il Premio Satira Politica di Forte dei Marmi.

Ma che cosa ci racconterà “Povero Silvio”? La risposta arriva dai suoi stessi autori: “E’ un incontro tra Antonio Cornacchione e tutti quelli che, come lui, amano Silvio e che per Silvio vorrebbero fare molto di più... Antonio racconterà l'Odissea di questo piccolo sofferente uomo con il supporto di musica e immagini, e il pubblico, pagando il biglietto, darà un suo contributo in denaro che Antonio provvederà a far pervenire direttamente ad Arcore, al più presto. Perché Silvio ne ha bisogno e ogni minuto che passa senza stargli vicino è un minuto di sofferenza che nessuno deve assolutamente tollerare, perché la Sua sofferenza è la nostra (e di Bondi). Naturalmente l'ingresso sarà proibito a tutti i comunisti, Fassino compreso.”

 

 

 

 

SPETTACOLI FUORI ABBONAMENTO 

 

 

 

Teatro Mancinelli

Sabato 22 gennaio ore 21  (ore 9.15 recita per le scuole)

 

Compagnia Donati & Olesen

Donati & Olesen Comedy Show

di Giorgio Donati, Jacob Olesen, Ted Kejiser

con Giorgio Donati e Jacob Olesen

regia Giorgio Donati, Jacob Olesen

 

Interpretato da funambolici attori, rumoristi, musicisti, mimi e trasformisti, lo spettacolo si caratterizza per una marcata comicità fisica e per le svariate tecniche teatrali che conquistano e stupiscono il pubblico. Si passa dal coinvolgimento degli spettatori in una bizzarra danza popolare all’utilizzo improprio di oggetti d’uso comune, dalla parodia del cinema horror a fulminanti lazzi squisitamente musicali. Dal senso al nonsenso dei gesti. Sono mimiche e virtuosismi musicali, distorsioni della logica, giochi del paradosso, associazioni mentali e rime gestuali che definiscono salti nell’assurdo. Le gag si susseguono a ritmo serrato e lo spettacolo si rivela congeniale a qualsiasi tipo di pubblico.

 

 

 

Teatro Mancinelli

Domenica 20 marzo ore 17 e ore 21 – lunedì 21 marzo ore 10 (matinèe per le scuole)

 

Chiara di Dio

Scritto e diretto da Carlo Tedeschi