Trappola per topi

AL MANCINELLI GIALLO D’AUTORE

Il teatro rapito dall’atmosfera thriller di Trappola per topi di Agatha Christie

 

 Un Teatro Mancinelli gremito ha applaudito a lungo i protagonisti del celebre giallo di Agatha Christie TRAPPOLA PER TOPI, andato in scena domenica pomeriggio (13 novembre) nell’ottima interpretazione della COMPAGNIA ATTORI & TECNICI.

Difficile fare i conti con una rappresentazione entrata nel Guinness dei primati come lo spettacolo più replicato della storia del teatro (a Londra è andato in scena per 55 anni ed è stato tradotto in molte lingue straniere), ma Stefano Messina, regista ed interprete di TRAPPOLA PER TOPI, ha accettato e vinto la scommessa. Affascinato dalla scrittura della Christie, dalla sua capacità di creare un geniale mix di suspence e ironia, ha deciso di mettere in scena uno dei suoi capolavori, prediligendo un adattamento del testo con la storica traduzione di Edoardo Erba, per non alterare una scrittura teatrale perfetta.

 

La storia si svolge poco lontano da Londra, dove i giovani coniugi Mollie e Giles Ralston (Claudia Crisafio e Stefano Messina) hanno da poco avviato una locanda. Qui arrivano ospiti del tutto particolari: Christopher (Carlo Lizzani), un giovane apparentemente estroverso, ma che nasconde una grande fragilità interiore; la signora Boyle (Annalisa Di Nola), un’anziana signora petulante e snob; la signorina Casewell (Elisa Di Eusanio), un’anima in pena che si nasconde dietro una maschera mascolina e sicura di sé; il maggiore Metcalf (Roberto Della Casa), un uomo misterioso e apparentemente “banale” nella sua “normalità”; infine il Signor Paravicini (Stefano Altieri), uno strano vecchietto che si comporta in modo molto teatrale e che sembra uscito da uno spettacolo di varietà dei primi del ‘900 (ricordandoci molto l’alter ego di Agatha Christie, l’investigatore Poirot).

Questo gruppo, strano ed eterogeneo, a causa di una bufera di neve rimane prigioniero nella locanda, proprio nel momento in cui si scopre che, il pomeriggio stesso, a Londra è avvenuto un efferato omicidio. Tutto regolare, se non fosse che, alla locanda, arriva il sergente Trotter (Massimiliano Franciosa) ad avvertirli che tra loro ci sono sia l’assassino che la prossima vittima.

 

La tensione dello spettacolo è altissima, e la regia di Messina riesce a mantenerla perfettamente, creando un ritmo lento ma ben organizzato, in modo da generare nello spettatore un sentimento d’attesa. L’impianto registico è rispettoso dell’epoca dell’autrice, ed è quindi estremamente realista e dal sapore un po’ retrò. Le scenografie azzeccatissime di Alessandro Chiti, interamente in legno, riproducono perfettamente l’interno di un salotto inglese dei primi del ‘900, con un realismo che coinvolge anche i più piccoli dettagli, come i fiocchi di neve fuori dalla finestra.

Sempre calzanti e di grande pathos gli interventi sonori, con il leitmotiv perenne della filastrocca popolare “Three Blind Mice”, che riecheggia di continuo. L’abilità nel costruire la psicologia dei personaggi, tutti estremamente ambigui e misteriosi, è il punto forte di questa commedia piacevolissima, trattata con grande savoir faire mediante un’operazione di lettura fatta con grande rispetto per il testo originale. Nell’atmosfera carica di mistero riecheggiano gli orrori di una guerra sanguinosa passata da poco, bambini dati in adozione, sistemi giudiziari che vacillano.

Lo stile tipico da commedia inglese è molto presente in questo adattamento che, attraverso bravissimi attori e scenografie realistiche, riesce a rendere quella particolare atmosfera del genere giallo dove tutto ha un senso, ogni gesto, ogni parola, ogni sguardo.

 

Un adattamento coinvolgente quello scelto da Stefano Messina, la cui performance in scena è risultata vincente tanto quanto quella registica.

La compagnia Attori & Tecnici, un gruppo di attori ben assortiti ed affiatati, ha dimostrato non solo di riuscire a rappresentare fedelmente l'ambiente, la recitazione e la caratterizzazione dei personaggi, ma anche di lasciare inalterata l'impronta data dalla Christie all'adattamento del suo racconto. E alla fine dello spettacolo, quando il volto dell’assassino non era più un mistero, i lunghissimi applausi del pubblico del Mancinelli hanno premiato la Compagnia per la sua interpretazione ben fatta e molto calibrata.