Toni Servillo

  Toni Servillo Legge Napoli

GRANDE SUCCESSO AL MANCINELLI PER IL READING DI TONI SERVILLO

 

Sul palcoscenico del Mancinelli, solo davanti ad un leggio, Toni Servillo martedì 1 novembre ha incantato il pubblico del Mancinelli accompagnandolo in un viaggio nelle parole della città del Vesuvio, città dai mille volti, ricca di contraddizioni, di disperazione e insieme di vitalità. Parole toccanti, vere, a tratti esilaranti.

Con Toni Servillo legge Napoli l'attore casertano si conferma un talento recitativo, duttile, poliedrico, multiforme e, per questo, raro. Artefice d’interpretazioni memorabili in alcuni dei film più interessanti e significativi del cinema italiano degli ultimi anni, Servillo nasce, e lavora ancora tanto, come attore di teatro. E vederlo sul palcoscenico anziché sul grande schermo serve ancor più ad apprezzare le sue indiscutibili doti di attore globale. Il pubblico che ha assistito al suo reading lo ha applaudito a lungo, premiando così un’interpretazione magistrale, intensa. Lo spettacolo, particolarmente suggestivo, si è mosso tra le parole di alcuni dei più bei testi della produzione letterario-teatrale partenopea, da Lassammo fa’ Dio di Salvatore Di Giacomo a Vincenzo De Pretore di Eduardo De Filippo, da A Madonna d’e’ mandarine e E’ sfogliatelle di Ferdinando Russo a Fravecature di Raffaele Viviani, passando poi a testi di voci contemporanee come quelle di Mimmo Borrelli, Enzo Moscato, Maurizio De Giovanni e Giuseppe Montesano.

Un lungo viaggio nella lingua napoletana che, dai classici del passato ai contemporanei, ha come filo conduttore una riflessione sulla morte, disincantata e a volte tragicomica.

 

Leggendo ed interpretando con assoluta maestria pagine memorabili della letteratura della città del Vesuvio, Servillo sul palcoscenico del Mancinelli è apparso in stato di grazia, capace di mutare registri e toni alla velocità della singola riga di testo scritto.

Portando in scena un’enorme polifonia di voci di una civiltà straordinaria, ovvero la condizione di un popolo che reclama, che domanda, che s’interroga sul destino, sulla sua condizione, sulla politica, sui suoi problemi attraverso la voce di grandi poeti, l’attore ha reso omaggio alla ricchezza della lingua napoletana ma anche alla sua immortalità. Una lingua che ha una tradizione nobilissima alle spalle perché ha prodotto tanta letteratura, tanta poesia, e che si parla ancora perché resiste, cambiando, trasformandosi ma restando sempre fortemente legata, come deve essere in teatro, ad una necessità di espressione.

 

Una dedica a Napoli e al suo mondo, ricco di passione, di contraddizioni e di poesia.

Una serata di grande teatro che la magistrale bravura di Toni Servillo ha reso indimenticabile con una interpretazione emozionante e intensa, degna dei numerosissimi applausi ricevuti.