Mi chiedete di parlare

AL MANCINELLI IL DOLORE DI ORIANA,
LE SFIDE DELLA FALLACI

GRANDE ENTUSIASMO PER LA FIGURA DELLA FALLACI
INTERPRETATA DA UNA SPLENDIDA MONICA GUERRITORE,
LUNGAMENTE APPLAUDITA

 

Con lunghissimi applausi il pubblico del Teatro Mancinelli ha salutato ieri (domenica 4 marzo) una splendida Monica Guerritore nei panni di Oriana Fallaci in “Mi chiedete di parlare”.

Lei, una delle poche attrici in grado di portare in scena il carattere della femminilità in tutte le più diverse e complesse sfaccettature, passando dai panni di Giovanna d’Arco a quelli di Oriana Fallaci, ha dato voce e corpo alla nota giornalista scomparsa nel 2006  restituendocene la figura nell’ultimo periodo della sua vita, quando un male incurabile l’aveva spinta a rifugiarsi, lontana da tutti, nella casa di New York, ora non più sua, coperta di tela di plastica in attesa di nuovi abitanti.

Lo spettacolo, scritto e diretto da Monica Guerritore e nato grazie al materiale che il Corriere della Sera ed Emilia Costantini le hanno messo a disposizione, è «un immaginario confronto», un’intervista a Oriana Fallaci; Monica ha riletto montagne di parole della Fallaci, il Vietnam, Khomeini, Kissinger, l'amore; le ha assemblate, montate e smontate, rivestendole di una drammaturgia scenica che al Mancinelli ha incantato il pubblico, che alla fine della messinscena ha applaudito a lungo.

Con la sua performance l’attrice ha restituito tutta l’energia, l’indignazione e il dolore che hanno caratterizzato la vita della Fallaci, e dal palcoscenico, fumando ininterrottamente,  fa continui riferimenti alle interviste che aveva realizzato con i personaggi più importanti del Novecento e ai  reportage straordinari, nonchè ai suoi libri più famosi. Un’ora e 10 minuti di una drammaturgia intensa, a tratti toccante, specialmente quando la Guerritore/Fallaci racconta del suo cancro e della morte, per la stessa causa, di sua madre e degli altri membri della sua famiglia.

Sul palcoscenico Oriana, che per molti è stata scomoda ma sempre determinata e caparbia, è ancora una donna spigolosa e tagliente, dalla forte personalità, che ha vissuto il lavoro di giornalista come una missione, dedicandovi tutta se stessa. Una moderna “guerriera” che niente poteva turbare.
Una donna che si è sempre scontrata con la morte, da quella dei propri cari alla sua, per il cancro, tema che percorre tutto lo spettacolo, così come le atroci scene di guerra a cui la Fallaci aveva assisitito durante la sua carriera. Lei, donna riservata che non si era mai concessa davvero al mondo e a chi le era stato accanto, aveva scelto di rifugiarsi lì, nel luogo della sua solitudine, in quella casa di New York.

“…Non guardatemi…” - chiederà alla fine dello spettacolo - “…Non guardatemi morire…”.